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15691
IDG791310082
79.13.10082 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
barca luciano; (a cura di d' agostini fabrizio)
intervista a luciano barca. perche' il "processo" alla banca d' itali
Rinascita, an. 36 (1979), fasc. 13 (30 marzo), pag. 7-8
d18120; d02302
(Sommario: baffi e sarcinelli pagano le conseguenze di responsabilita' che sono dei governi democristiani. l' iniziativa della magistratura e la severa attivita' di vigilanza della banca centrale che ha portato alla luce grossi scandali. la sproporzione tra decisioni di un magistrato e conseguenze nazionali e internazionali. la crisi del settore chimico avrebbe richiesto decisioni politiche che non sono mai state assunte e che hanno dato larghi margini di discrezionalita' all' intervento del sistema bancario)
in riferimento al mandato di cattura per il presidente della banca d' italia e all' avviso di reato per il governatore dell' istituto di emissione, l' a. sostiene che il potere discrezionale della banca, intesa come impresa, e' da salvaguardare in un sistema pluralistico e in un' economia di mercato per non andare verso forme di dirigismo burocratico. tuttavia, tale potere discrezionale deve avere dei punti di riferimento certi, forniti dalla programmazione democratica, per non rischiare di diventare arbitrio. secondo l' a., la banca d' italia si e' trovata ad operare in una situazione di supplenza per mancanza di norme e per salvare un settore economico, quale quello chimico, dalla scomparsa. le responsabilita' risiedono nei governi, che si sono succeduti nel paese, che non hanno proposto una normativa adeguata in materia per perpetuare un sistema fondato sulle "mance" e sul "clientelismo". l' a. solleva dubbi sull' opportunita' dei provvedimenti giudiziari presi dai magistrati nei confronti dei massimi dirigenti della banca d' italia per il fatto che si stava procedendo sulla via del risanamento del sistema della concessione di crediti e per le ripercussioni negative che tali provvedimenti hanno avuto sul mercato finanziario. l' a. non esclude l' opportunita' che i magistrati si diano un' autoregolamentazione che commisuri gli effetti delle decisioni del singolo magistrato alle conseguenze per l' intero paese.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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