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157094
IDG840710218
84.07.10218 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Albamonte Adalberto
Abusivismo edilizio e criminalita' organizzata: il caso Roma e zone limitrofe
Giur. merito, an. 16 (1984), fasc. 4-5, pt. 4, pag. 988-994
D18222
Assai di rado l' abusivismo edilizio e' stato studiato come fenomeno criminale e criminogeno che non solo ha comportato un massificato dissesto territoriale, ma ha fornito l' humus per il proliferare di una diffusa delinquenza economica. A questa lacuna viene sopperito nell' articolo con riferimento all' abusivismo nella provincia di Roma e nel Lazio. L' abusivismo edilizio, sfrondato dalle sue forme di spontaneismo ideologizzato, di necessita', di risposta politica alla citta' legale e diversa e' un fenomeno di criminalita' economica, raramente isolato da altre forme di criminalita' economica e non, che offende la societa' civile e politica, contrasta con l' utile pubblico, lede la solidarieta' tra consociati, ostacola il promovimento del singolo e dei gruppi. Si tratta, insomma, della punta dell' iceberg di un entroterra criminoso che ha prosperato e prospera nella provincia di Roma e che ha minato la salvaguardia dell' intero litorale lazile,e delle zone golenali e lacustri. Non solo, ma e' anche inquietante l' attrazione che l' abusivismo puo' esercitare od esercita sui capitali malavitosi rappresentando una forma di investimento lucrosa e sicura. Nel mandamento della Pretura di Roma sono diecimila i nuovi cantieri, per un investimento che raggiunge i 2.500 miliardi (senza contare gli interventi abusivi sul patrimonio edilizio esistente): un fiume di denaro che e' verosimile immaginare provenga dalle casse della malavita, dal traffico della droga, dai sequestri di persona, dal racket delle estorsioni. Intorno agli abusivi sono state create micro-organizzazioni che si basano sui consorzi i quali costituiscono una forza di pressione sia verso l' esterno (Comune, gruppi politici, eccetera), con potere di negoziazione e di consenso elettorale, sia verso i lottisti. I nuovi acquirenti di lotti non possono esimersi di far parte del consorzio, non in quanto esplicitamente obbligati, quanto in ossequio a una regola. Che fare, dunque, per colpire al cuore questo colossale business in cui la malavita organizzata ha messo le mani? Intanto applicare la legge antimafia e poi rompere la solidarieta' tra abusivi e malavita con una politica amministrativa che deve tenere conto dei reali bisogni di una citta' in continua crescita.
Ist. dir. agrario - Univ. FI



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