| Assai di rado l' abusivismo edilizio e' stato studiato come fenomeno
criminale e criminogeno che non solo ha comportato un massificato
dissesto territoriale, ma ha fornito l' humus per il proliferare di
una diffusa delinquenza economica. A questa lacuna viene sopperito
nell' articolo con riferimento all' abusivismo nella provincia di
Roma e nel Lazio. L' abusivismo edilizio, sfrondato dalle sue forme
di spontaneismo ideologizzato, di necessita', di risposta politica
alla citta' legale e diversa e' un fenomeno di criminalita'
economica, raramente isolato da altre forme di criminalita' economica
e non, che offende la societa' civile e politica, contrasta con l'
utile pubblico, lede la solidarieta' tra consociati, ostacola il
promovimento del singolo e dei gruppi. Si tratta, insomma, della
punta dell' iceberg di un entroterra criminoso che ha prosperato e
prospera nella provincia di Roma e che ha minato la salvaguardia
dell' intero litorale lazile,e delle zone golenali e lacustri. Non
solo, ma e' anche inquietante l' attrazione che l' abusivismo puo'
esercitare od esercita sui capitali malavitosi rappresentando una
forma di investimento lucrosa e sicura. Nel mandamento della Pretura
di Roma sono diecimila i nuovi cantieri, per un investimento che
raggiunge i 2.500 miliardi (senza contare gli interventi abusivi sul
patrimonio edilizio esistente): un fiume di denaro che e' verosimile
immaginare provenga dalle casse della malavita, dal traffico della
droga, dai sequestri di persona, dal racket delle estorsioni. Intorno
agli abusivi sono state create micro-organizzazioni che si basano sui
consorzi i quali costituiscono una forza di pressione sia verso l'
esterno (Comune, gruppi politici, eccetera), con potere di
negoziazione e di consenso elettorale, sia verso i lottisti. I nuovi
acquirenti di lotti non possono esimersi di far parte del consorzio,
non in quanto esplicitamente obbligati, quanto in ossequio a una
regola. Che fare, dunque, per colpire al cuore questo colossale
business in cui la malavita organizzata ha messo le mani? Intanto
applicare la legge antimafia e poi rompere la solidarieta' tra
abusivi e malavita con una politica amministrativa che deve tenere
conto dei reali bisogni di una citta' in continua crescita.
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