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| IDG800600602 | |
| 80.06.00602 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Iannarelli Antonio
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| Osservazioni a decr. App. Lecce 10 luglio 1974
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| Giur. comm., an. 3 (1976), fasc. 3, pt. 2, pag. 415-424
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D312203; D312204
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| L' A. svolge brevi note in margine al decreto cosi' massimato in
rassegna: "nel procedimento derivante da una denuncia di gravi
irregolarita' la societa' non e' legittimata passiva"; "non e'
proponibile una denuncia di gravi irregolarita' quando le censure
formulate dal denunciante riguardano deliberazioni assembleari".
Circa la legittimazione in sede di controllo giudiziario delle
societa' di capitali, l' A. si limita a richiamare decisioni conformi
ed in senso contrario alla prima massima. Analizzando poi la seconda
massima che in definitiva nega l' applicabilita' dell' art. 2409 c.c.
in base al principio della natura residuale del rimedio, l' A.
osserva come la Corte stessa in motivazine ritenga che la norma
tuteli interessi dei soci e solo indirettamente interessi generali, e
che questa posizione sia da condividere. Circa il principio della
natura "residuale" del rimedio ex art. 2409, elaborato dalla Corte,
l' A. rileva, come questa impostazione non sia affatto incontrastata:
il procedimento promosso ex art. 2409 e' infatti destinato non
soltanto a rimuovere le irregolarita' compiute dagli amministratori,
quanto ad accertare la presenza; pertanto funzione propria della
norma e' insieme cautelare ed inquisitoria.
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| art. 2409 c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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