| Il "Rapporto Spaventa" sul debito pubblico: uno dei mali dell' Italia
affrontato senza veli e sottoposto all' attenzione del parlamento,
con precise proposte per una inversione di tendenza. Come e'
cresciuto, e perche', il debito pubblico in Italia a partire dal
1960. Un fenomeno abnorme, che rischia di dare al nostro paese un
primato negativo, come si puo', nell' arco di 3-4 anni, a partire dal
1985, procedere a correzioni senza provocare, per contraccolpo, una
recessione economica? - Gli argomenti a sostegno di una disciplina
monetaria rigida non sono da respingere e non poggiano
necessariamente su dottrine monetariste. Ma non hanno minor peso
anche gli argomenti di quanti ne sottolineano i rischi. - Non basta
ricorrere ai BOT per finanziare il debito pubblico. L' uso eccessivo
di questa risorsa puo' provocare crisi di fiducia nei risparmiatori.
E allora l' improvvisa necessita' di un aumento del finanziamento
monetario potrebbe creare un' inflazione incontrollata. - Bisogna
interrompere la crescita del rapporto fra debito pubblico fruttifero
e prodotto interno lordo. Ma per far questo occorre impostare una
programmazione pluriennale, con tappe successive di riduzione del
rapporto, sino a giungere all' azzeramento. E non ci puo' essere
neutralita' di scelte politiche. - Bisogna ridurre la spesa pubblica,
ma bisogna anche aumentare l'entrata fiscale: a questo scopo
nonoccorrono aumenti di aliquote, a condizione di un recupero
dell'area di erosione ed evasione. Bisogna anche riesaminare i
criteri che orientano l' emissione dei titoli di Stato. In
conclusione: non basta una tecnica monetaria, occorre una politica.
| |