| Analizzato il quadro politico nel quale si sono inserite le proposte
di riforma istituzionale, ed evidenziate tre "crisi" di cui i partiti
sono consapevoli, quella di efficienza complessiva del sistema,
quella di consenso nei confronti dei partiti, quella di "potere", che
si manifesta nelle forme del "governo" del Presidente della
Repubblica, del "governo" dei giudici, del "governo" dei vertici dei
gruppi di interesse, l' A. rileva che il problema essenziale da
affrontare e' quello dell' alternanza, di permettere al popolo
sovrano di dare liberamente vita ad una maggioranza di governo e di
poterla, poi, altrettanto liberamente sostituire. A questo fine
occorre sciogliere alcuni nodi: quello di mettere in cantiere una
revisione e correzione del sistema elettorale in senso "meno
proporzionale", e consentire all' elettorato la scelta anche di una
coalizione di governo attraverso incenivazioni e premi a quella
coalizione che abbia il 5% dei voti. Occorre, pero', che il processo
di riforma istituzionale coinvolga il rapporto fra partiti,
istituzioni e societa' nel senso di una limitazione del potere
politico rispetto alle sempre piu' auto-organizzate formazioni
sociali. Occorre, in sostanza, uno Stato rappresentativo che sappia
fare i conti con l' odierna complessita' dell' intera societa'.
| |