| Il dibattito, in atto in Italia in questo momento, sulla necessita'
di riformare le istituzioni politiche e' una conseguenza della
diffusa convinzione di una crisi del sistema politico. L' articolo
rileva che sono a confronto su questo argomento due posizioni di
carattere generale: quella dei c.d. "integrazionisti" che
sottolineano le deboli qualita' rappresentative e di responsabilita'
del sistema; quella dei c.d. "decisionisti" che mettono in risalto la
bassa capacita' decisionale e la decadenza del sistema. Il sistema
politico italiano ha mostrato una diminuita efficacia decisionale
principalmente per la mancanza di coesione nella maggioranza di
governo, fenomeno tipico di un sistema di partiti polarizzato. L'
articolo analizza le varie proposte avanzate nell' attuale dibattito
sulle riforme istituzionali in rapporto alla loro fattibilita', alla
loro conseguenza rispetto ai fini perseguiti e alle loro probabili
conseguenze, cioe' la loro efficacia e i rischi politici che
comportano. L' A. conclude sostenendo che soltanto le riforme
riguardanti la struttura dell' esecutivo e il suo rapporto con il
Parlamento, mentre non producono un impatto negativo sulla
rappresentativita' delle istituzioni, hanno alcuni effetti positivi
sulla capacita' decisionale del sistema, presentano bassi rischi
politici e sembrano infine fattibili entro certi limiti. Il vero
rischio, tuttavia, e' che la situazione politica renda possibile l'
effettuazione non delle riforme utili, ma di quelle inutili.
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