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161406
IDG850410083
85.04.10083 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
D' Antona Massimo
Il caso Alfa Romeo tra legge e contratto
Dem. dir., an. 23 (1983), fasc. 6, pag. 19-32
D7044; D712
L' A. si richiama alle reazioni suscitate dall' accoglimento da parte dei pretori milanesi dei ricorsi presentati da alcuni dipendenti dell' Alfa Romeo in Cassa integrazione guadagni, dopo l' accordo tra impresa e sindacato nel 1982. Nelle ordinanze pretorili si sostiene che il sindacato non puo' negoziare in questa materia, disponendo di diritti esclusivi del singolo senza uno specifico mandato, non essendo sufficiente a tal fine neppure il vincolo associativo. L' A. ripercorre criticamente tutta la vicenda dall' accordo Alfa-sindacati del 9 marzo 1982, ai ricorsi dei cassa-integrati al Pretore di Milano. Esamina la tesi politica dei ricorsi e la difesa dell' Alfa Romeo, nonche' le ordinanze pretorili riguardanti il sindacato come "rappresentante senza mandato", per affrontare due problemi: il primo riguarda i limiti della contrattazione e la delimitazione delle garanzie individuali fondamentali, che nessun accordo sindacale puo' sottrarre alla tutela giurisdizionale; il secondo problema riguarda la funzione dell' intervento pubblico, nella forma dell' integrazione salariale, nelle crisi aziendali. L' A. conclude ritenendo che il caso abbia offerto due insegnamenti: che il sindacato, come i giudici, si e' accostato al "caso" con un atteggiamento culturale inadeguato; che il sindacato negozia, nelle crisi aziendali, entro un quadro normativo che e' forse il piu' carente, frammentario e incongruente d' Europa.
art. 24 Cost. art. 39 Cost. art. 2113 c.c. art. 11 l. 15 luglio 1966, n. 604 l. 12 agosto 1977, n. 675
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