| L' A. illustra tre ragioni fondamentali perche' ogni giurista si
impossessi dell' uso del computer nello svolgimento della propria
professione: perche' in futuro, almeno le leggi formulate con
opportuno rigore, algoritmizzate, potranno essere applicate dal
computer; perche' esso serve a mettere in luce lacune e
contraddizioni del dettato legislativo ed evidenzia gli spazi
lasciati dal legislatore alla discrezionalita' del giudice; perche'
ha una funzione di memorizzazione, documentazione e comunicazione;
perche' consente una rapida, ampia e approfondita, efficace ricerca
data la possibilita' di poter consultare, da terminale, le leggi, la
giurisprudenza, la dottrina giuridica riportate negli archivi
magnetici. Rilevati alcuni delicatissimi problemi giuridici in ogni
campo del diritto, che la diffusione del computer comporta, l' A.
sostiene che questo, in quanto "esecutore di ordini mediati,
integrati e condizionati" puo' aprire un capitolo completamente nuovo
nella storia del diritto: sul modo tesso di concepire la legge, su
come prepararla e scriverla, su come e da chi farla applicare, sui
metodi per farla conoscere, studiare, verificarne i contenuti. L' A.
conclude esprimendo la convinzione che fare un corretto uso dell' EDP
in generale e, in particolare, dell' informatica giuridica,
contribuira' notevolmente a formare persone e giuristi piu'
consapevoli, piu' raziocinanti e, al tempo stesso, piu' ricchi di
fantasia, piu' filosofi, piu' orientati a costruire una societa' in
cammino verso un "umanesimo integrale".
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