| Giuseppe Zanardelli, ministro della Giustizia, Primo ministro e
leader della Sinistra nel Parlamento italiano, sostenne sempre una
rigida politica ecclesiastica, con lo scopo di opporsi all' attivita'
politica dell' intransigente clero cattolico e di tenere nelle mani
dello Stato un certo livello di controllo sull' organizzazione
interna della Chiesa. Zanardelli sostenne questa politica fino all'
inizio del XX secolo quando Giolitti, la nuova emergente figura nella
vita politica italiana, dette inizio ad una politica piu' morbida con
lo scopo di ricomporre la disputa con la Santa Sede ed arrivare ad un
accordo. Zanardelli non riusci' ad imprimere un segno duraturo nella
politica ecclesiastica dello Stato italiano, sia per i limiti della
sua concezione dei rapporti fra Chiesa e Stato, sia perche' la
maggior parte dei sostenitori della Sinistra erano a favore di un
accordo con la Chiesa. Ad ogni modo Zanardelli, a volte, ebbe
successo come per esempio con il progetto di legge sul divorzio e le
norme sulle offese dirette contro la liberta' di religione,
assicurando sia il carattere non confessionale dello Stato sia la
protezione dei diritti religiosi individuali, e anticipando una linea
politica che segnera' i rapporti fra Chiesa e Stato in Italia nei
recenti decenni.
| |