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| IDG850410109 | |
| 85.04.10109 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Ceva Lucio
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| Aspetti politici e giuridici dell' Alto Comando militare in Italia
(1848-1941)
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| relazione presentata al Convegno di studi su "Problema del comando
dell' esercito dal Risorgimento al Patto Atlantico"promosso dalla
Societa' di Solferino e San Martino, San Martino della Battaglia,
18-19 settermbre 1982
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| Politico, an. 49 (1984), fasc. 1, pag. 81-120
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D04400; D1865
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| Dopo aver operato una distinzione fra il carattere tecnico e politico
del Comando militare ai livelli piu' alti e il solo carattere tecnico
del Comando ai livelli piu' bassi e dopo aver indagato sul diverso
tipo di responsabilita' conseguente a ciascuna di queste attivita',
l' A. focalizza la sua indagine sui problemi relativi a come e a chi
spetti la titolarita' dell' Alto Comando nell' organizzazione
militare italiana in pace e in guerra. L' analisi teorica sulla
natura intrinseca delle attivita' di Alto Comando e' affrontata
insieme con lo studio dell' evoluzione storica. Nel 1948 la Corona
perde l' esercizio effettivo del potere di comando e fino al
1915-1918 tutti i problemi relativi vengono fissati da una serie di
misure legislative e di prassi organizzative che permettono soluzioni
piu' o meno felici nelle relazioni fra il Sovrano, il ministro della
Guerra e il Capo di Stato Maggiore. Successivamente la legislazione
fascista offre soluzioni solo apparenti del problema con le due
figure del Primo ministro e del Capo di Stato Maggiore. In effetti,
come dimostra l' analisi delle leggi del 1925, 1927 e 1941, la
dittatura ha complicato la situazione invece di renderla piu'
organica. L' analisi storica rafforza la convinzione sulla natura
prevalentemente politica dell' attivita' dell' Alto Comando anche
nella attuale struttura costituzionale.
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| Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze
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