| L' A. affronta il problema delle relazioni industriali quale emerge
dal quadro delle trattative per il "contenimento dell' inflazione".
Questo quadro e' caratterizzato dal "compromesso precario"
trilaterale, Governo parti sociali, del 22 gennaio 1983, e dall'
intervento d' autorita' del Governo mediante il d.l. 15 febbraio
1984, n. 10. Questo intervento dello Stato rappresenta una svolta non
positiva, sia perche' sancisce l' impraticabilita' di un' intesa
globale tra le parti, sia perche' esprime un interventismo piu'
marcato, piu' dirigista dello Stato nelle relazioni industriali. L'
A. analizza la funzione degli accordi trilaterali sul piano teorico.
Essa prescrive contropartite al sindacato da parte del Governo,
traducibili in benefici collettivi. E' noto, invece, sostiene l' A.,
che gli impegni del Governo sono fumosi e difficilmente
concretizzabili. Presume anche l' accordo con le parti piu'
rappresentative dei sindacati, mentre questo non c' e' stato. Si e'
trattato, quindi, non di una applicazione pratica di "riformismo", ma
di un disegno politico teso a confermare la tesi che un certo
"riformismo" e' possibile anche senza una parte della sinistra. Si
tratta, sostiene ancora l' A., di un espediente in quanto a una
regolamentazione del conflitto sociale deve corrispondere una
modifica nel funzionamento del sistema politico.
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