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162212
IDG850910028
85.09.10028 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Esposito Vitaliano
"Fair trial" anglosassone, "Proces equitable" europeo, "Processo giusto" italiano
Rass. penit. crim., an. 4 (1982), fasc. 1-2, pag. 1-31
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D68; D8660; D95216
L' A., premesso che la magistratura italiana non e' stata in gra do di cogliere il concetto di "fairness" inserito nel nostro ordinamento processuale dalla Convenzione europea dei diritti dell' uomo, pone il problema del riconoscimento formale del diritto soggettivo del singolo ad essere sottoposto ad un "processo giusto". Esaminato il meccanismo di tutela dei diritti umani previsto dalla Convenzione, l' A. esamina la posizione dell' individuo nella concezione del trattato ed il valore interno delle norme convenzionali, che riconosce di immediata applicazione. Fornita, quindi, la nozione di giusto processo, quale e' stata elaborata dalla Commissione e dalla Corte europea, l' A. dimostra, attraverso un esame della piu' recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, come nel nostro ordinamento possa "concretamente" vivere un modesto "giusto processo italiano".
l. 4 agosto 1955, n. 848 art. 2 Cost. art. 10 Cost. art. 11 Cost. art. 199 bis c.p.p. art. 272 c.p.p. art. 299 c.p.p. art. 455 c.p.p. art. 457 c.p.p. art. 469 c.p.p. art. 6 Conv. Eur. Dir. Uomo
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