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162214
IDG850910030
85.09.10030 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Tulkens J.J.J.
Detenuti stranieri: trasferimento e trattamento
relazione svolta al V colloquio della fondazione internazionale penale e penitenziaria sul tema "Le nuove tendenze della politica criminale", Siracusa, 15-19 febbraio 1982
Rass. penit. crim., an. 4 (1982), fasc. 1-2, pag. 61-86
(Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
D6440; D59
Il problema della particolare condizione in cui si viene a trovare il detenuto straniero e la ricerca delle soluzioni piu' idonee per la eliminazione, o quantomeno, la riduzione dello stesso, si pone unicamente la' dove il sistema penitenziario si basa sui principi del rispetto umano e del trattamento volto alla risocializzazione del reo. Detto problema assume dimensioni sempre piu' notevoli a causa della sempre maggiore internazionalizzazione della societa', pur differenziandosi, quanto ad estensione da paese a paese. L' accennata particolare condizione dei detenuti stranieri deriva dalle difficolta' di comunicazione che questi ultimi incontrano e che, ponendo i medesimi in uno stato di semi-isolamento, fa si' che gli stessi percepiscano la loro particolare situazione come pena aggiuntiva. Piu' in particolare, come risulta da un rapporto UNSDRI sul problema, le difficolta' che i detenuti stranieri incontrano durante la detenzione si possono cosi' riassumere: isolamento dovuto a differenze culturali e di lingua; privazione di opportunita' trattamentali; difficolta' di contatti con le famiglie; problemi legati all' alimentazione; minore possibilita' concreta di usufruire dei benefici di legge. Varie sono le vie che si possono adottare per affrontare il problema ora esposto. La separazione, vale a dire la sistemazione degli stranieri in stabilimenti di pena a loro riservati, appare, in linea di massima inopportuna. In primo luogo, infatti, la separazione puo' sempre dare adito al sospetto che si agisca in base a principi discriminatori a danno degli stranieri. Non solo, ma la concentrazione di questi ultimi in base unicamente al criterio appunto della cittadinanza straniera impedisce ogni differenziazione di trattamento nei confronti degli stessi con la conseguenza che il regime penitenziario viene sintonizzato sulle frequenze dei soggetti piu' pericolosi. La separazione puo' essere positiva unicamente se riguarda un gruppo, omogeneo dal punto di vista culturale, di stranieri in attesa di espulsione. Anche in sede di comitato di esperti del Consiglio d' Europa incaricato dello studio dei problemi relativi ai detenuti stranieri e' emerso un orientamento contrario alla segregazione la quale in ogni caso - ove non sia possibile la completa eliminazione della stessa - non deve condurre a discriminazione alcuna ne' essere di ostacolo alla risocializzazione del detenuto. Altra possibile soluzione al problema dei detenuti stranieri e' quella di trasferire gli stessi - una volta condannati - nei paesi di origine per ivi scontare la pena. Alcune convenzioni internazionali - a cui invero hanno peraltro aderito pochi paesi - prevedono tale possibilita'. Ultimamente il piu' sopra ricordato comitato di esperti del Consiglio d' Europa ha terminato di stilare una convenzione che prevede la possibilita' di trasferire lo straniero nel paese d' origine, purche' vi sia il consenso dell' interessato e purche' il reato sia previsto come tale in entrambi i paesi. Ove si scelga, infine, la via di detenere gli stranieri assieme ai condannati locali, tale comitato di esperti ha auspicato, al fine di superare le piu' sopra ricordate difficolta' che detta particolare categoria di detenuti incontra, che si adottino gli accorgimenti che seguono: miglioramento dei loro contatti tramite volontari; intensificazione del ruolo delle Autorita' consolari; adozione di sistemi di compensazione che bilancino la impossibilita' da parte dei detenuti stranieri di beneficiare di determinate opportunita' trattamentali di cui godono i detenuti locali. Tutto cio' premesso, la Fondazione Internazionale Penale e Penitenziaria appare all' A. l' organizzazione internazionale piu' adatta a promuovere la soluzione dei problemi dei detenuti stranieri.
Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze



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