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162229
IDG850910045
85.09.10045 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Szabo Denis
La prevenzione in ambiente urbano: concetti e strategie
Rass. penit. crim., an. 5 (1983), fasc. 1, pag. 197-244
(Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
D59; D5030; F4251
Il saggio di Szabo muove dalla osservazione del passaggio, nelle societa' occidentali, da una civilta' prevalentemente rurale ad una civilta' urbana in cui solo il 5-10% della popolazione vive di agricoltura: fenomeno che l' A. considera, agli specifici scopi della dimostrazione seguente, come il principale trauma collettivo di una successione di generazioni in seguito al turbine delle rivoluzioni industriali iniziato sin dalla fine del XVIII secolo. E sempre in via di premessa si pone in rilievo il carattere apparentemente contraddittorio della civilta' urbana: la quale dalla sua stessa ricchezza morale e materiale trae fonte per una criminalita' che si esplica in pratiche predatorie, in turpitudini che predispongono ad attivita' fraudolente, in estorsioni e violenze che i piu' forti impongono ai piu' deboli. Una non dissimile e conseguente contraddizione, si riscontra nelle ricerche sulla criminalita' urbana: sul piano diagnostico, che non fornisce parametri certi sul trand del fenomeno, come pure sulle misure preventive. Cio' posto, l' A. delinea l' oggetto della ricerca la quale si propone di fissare i momenti salienti del dibattito in relazione a quattro specie di problemi: a) valutazione del carattere criminogeno dell' ambiente urbano e sue modifiche nel periodo odierno; b) il concetto di prevenzione nelle molteplici sue dimensioni; c) valutazione empirica di programmi di prevenzioni del crimine in ambiente urbano, in particolare riferimento ad alcune esperienze nordamericane e britanniche; d) funzione della giustizia penale nelle societa' urbanizzate contemporanee nel quadro di riferimento macrosociologico di una politica preventiva adatta all' ambiente urbano. Tra le conclusioni di maggior rilievo espresse a margine della ampia rassegna del pensiero scientifico che l' A. offre, annotiamo - quanto al tema della violenza in ambiente urbano - il rilievo di un progressivo aumento, a lungo termine, dell' avversione alla violenza, di pari passo con un processo di interiorizzazione dei controlli psicologici e socio-culturali relativi alla repressione degli impulsi violenti al momento di regolare conflitti sociali o interpersonali. Quanto al concetto di prevenzione generale osserva l' A. che se la minaccia poliziesca rafforza maggiormente il rispetto della legge penale, la severita' della pena per contro (fatta eccezione per gli omicidi) non sembra dar luogo ad una relazione certa di causalita' con la dissuasione. Riferendosi poi alla dissuasione "specifica", ed utilizzando anche in questo caso dati statistici ed analisi empiriche a campione, l' A. pone in rilievo il carattere assai dubbio della qualita' dissuasiva della pena nei confronti dei recidivi, osservando anzi come gli studi clinici portino a concludere che quanto piu' un individuo e' stato punito in passato tanto piu' egli e' suscettibile di recidiva.
Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze



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