| Fin dall' antichita' e' stata attribuita alla pena di morte la
funzione di elminare coloro che si fossero dimostrati
irrimediabilmente ribelli alle regole fondamentali del vivere
associato. Ma a partire dall' Illuminismo, e fino ai giorni nostri,
la dottrina giuridica ha per lo piu' affrontato l' argomento per
dimostrare che la pena capitale, oltre a contrapporsi agli essenziali
principi umanitari su cui si basa la societa' moderna, non persegue
efficacemente gli obiettivi della prevenzione e della intimidazione
che dovrebbero giustificarne l' applicazione. Nel criticare le tesi
dei fautori della pena di morte l' A. controbatte con particolare
vigore a quanti si rifanno a citazioni bibliche per suffragare la
legittimita' della pena di morte anche sul piano religioso. Nello
studio si sottolinea che la comminazione della pena di morte si
riduce a pura e semplice vendetta in quanto non si puo' soddisfare la
funzione primaria, essenziale in ogni pena, di deterrente specifico,
perche' impedisce al reo di trarre occasione dalla propria condanna
per giungere ad un ravvedimento futuro. Ne' la pena capitale puo'
giustificarsi in virtu' di una sua funzione di deterrente generale
nei confronti della criminalita', avendo l' esperienza
sufficientemente dimostrato come la paura dell' esecuzione non abbia
mai frenato l' azione del delinquente. Prendendo lo spunto dalla
situazione americana, l' A. dimostra che la pena di morte, negli
Stati in cui e' ancora applicata, da' luogo a notevoli incongruenze e
contraddizioni per i criteri selettivi con cui viene irrogata. Se da
un lato, infatti, i condannati a morte, per un medesimo tipo di reato
sono piu' numerosi tra la popolazione di colore che tra i bianchi,
dall' altro le giurie si dimostrano restie a comminare la pena di
morte alle donne. Ne', d' altro canto, gli esponenti della grande
delinquenza organizzata - che dovrebbero essere i destinatari
principali della pena di morte - risultano essere particolarmente
colpiti da questa estrema misura. Per quanto concerne il contesto
italiano, l' A. sostiene la validita' degli orientamenti contrari al
ripristino della pena di morte, nonostante lo stato di allarme
determinato dal terrorismo, dalla mafia e dalla criminalita' comune
in genere. E' invece assolutamente irrinunciabile un' azione di
tutela e rafforzamento delle funzioni e dell' autorita' delle
istituzioni giudiziarie.
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