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Documento


162242
IDG850910058
85.09.10058 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Battiati Antonino
Il problema della pena di morte nell' Italia d' oggi
Rass. penit. crim., an. 4 (1982), fasc. 3-4, pag. 569-610
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
F4251; D5031
Fin dall' antichita' e' stata attribuita alla pena di morte la funzione di elminare coloro che si fossero dimostrati irrimediabilmente ribelli alle regole fondamentali del vivere associato. Ma a partire dall' Illuminismo, e fino ai giorni nostri, la dottrina giuridica ha per lo piu' affrontato l' argomento per dimostrare che la pena capitale, oltre a contrapporsi agli essenziali principi umanitari su cui si basa la societa' moderna, non persegue efficacemente gli obiettivi della prevenzione e della intimidazione che dovrebbero giustificarne l' applicazione. Nel criticare le tesi dei fautori della pena di morte l' A. controbatte con particolare vigore a quanti si rifanno a citazioni bibliche per suffragare la legittimita' della pena di morte anche sul piano religioso. Nello studio si sottolinea che la comminazione della pena di morte si riduce a pura e semplice vendetta in quanto non si puo' soddisfare la funzione primaria, essenziale in ogni pena, di deterrente specifico, perche' impedisce al reo di trarre occasione dalla propria condanna per giungere ad un ravvedimento futuro. Ne' la pena capitale puo' giustificarsi in virtu' di una sua funzione di deterrente generale nei confronti della criminalita', avendo l' esperienza sufficientemente dimostrato come la paura dell' esecuzione non abbia mai frenato l' azione del delinquente. Prendendo lo spunto dalla situazione americana, l' A. dimostra che la pena di morte, negli Stati in cui e' ancora applicata, da' luogo a notevoli incongruenze e contraddizioni per i criteri selettivi con cui viene irrogata. Se da un lato, infatti, i condannati a morte, per un medesimo tipo di reato sono piu' numerosi tra la popolazione di colore che tra i bianchi, dall' altro le giurie si dimostrano restie a comminare la pena di morte alle donne. Ne', d' altro canto, gli esponenti della grande delinquenza organizzata - che dovrebbero essere i destinatari principali della pena di morte - risultano essere particolarmente colpiti da questa estrema misura. Per quanto concerne il contesto italiano, l' A. sostiene la validita' degli orientamenti contrari al ripristino della pena di morte, nonostante lo stato di allarme determinato dal terrorismo, dalla mafia e dalla criminalita' comune in genere. E' invece assolutamente irrinunciabile un' azione di tutela e rafforzamento delle funzioni e dell' autorita' delle istituzioni giudiziarie.
Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze



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