| L' A. si propone di verificare lo stato di effettiva applicazione
delle leggi vigenti a tutela dell' ambiente dalle fonti inquinanti
(industriali e civili). Espone, in sintesi, le carenze ed i limiti
della normativa statale sull' inquinamento atmosferico, delle acque e
del suolo, evidenziando la funzione di integrazione e di sostanziale
modifica della medesima, assunta da alcune leggi regionali. Rileva,
quindi, che un corretto modello di disciplina e governo dell'
ambiente deve coordinare la valutazione dei tre interessi pubblici
relativi all' assetto urbanistico, alla protezione delle risorse
naturali dagli inquinamenti e alla tutela della salute nel
territorio. A suo avviso tale coordinamento e' ancora del tutto
carente a livello di amministrazione centrale, anche se e' apprezzata
come nuova linea di tendenza l' attribuzione al Ministro per l'
Ecologia della presidenza dei Comitati interministeriali a tutela
delle acque e sullo smaltimento dei rifiuti. Osserva che, in forza
del d.p.r. 616/1977, il collegamento delle predette attribuzioni e'
stato, invece, realizzato a favore delle regioni. In sede locale,
ricordata l' attuale inadeguatezza della maggior parte dei comuni,
rispetto alla gestione dei tre indicati settori, considera, in senso
favorevole, ma non risolutive alcune esperienze regionali sulle
associazioni degli enti locali e afferma, comunque, la necessita' che
la provincia torni a svolgere, in materia di tutela dell' ambiente,
il ruolo essenziale di ente intermedio. Considera, infine ai fini del
controllo preventivo delle fonti inquinanti, che e' indifferibile
ilpotenziamento delle strutture tecniche e del personale dei servizi
di igiene ambientale dell' USL e dei servizi multizonali.
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