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| IDG860900344 | |
| 86.09.00344 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Ferrajoli Luigi
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| Il diritto penale minimo
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| Delitti e pene, an. 3 (1985), fasc. 3, pag. 493-524
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| (Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
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| D5; F4251; D5030
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| La prima parte dell' articolo e' un tentativo di distinguere, a
livello metaetico, tra teorie criminali giustificatorie e
chiarificanti. Le prime hanno l' obbiettivo di mettere in evidenza in
maniera normativa gli scopi della legge criminale. Le seconde sono
quelle che trattano delle funzioni e giustificazioni che mettono in
evidenza l' approvazione (o il rigetto) del "dovrebbe essere" degli
scopi e l' "essenza" delle funzioni di un dato sistema criminale. L'
A. considera che le teorie aprioristiche ed abolizionistiche di
giustificazione sono rifiutabili come violazione della regola di Hume
in quanto costituiscono un errore normativistico - o naturalista. In
questo senso tali dottrine non riescono a fare distinzione tra
funzioni reali e normative del sistema penale. Nella seconda parte
dell' articolo l' A. propone un modello metaetico di giustificazione
tendente ad evitare tanto l' errore normativo quanto quello
naturalistico. Questo modello tende non solo a diventare un modello
di giustificazione ma anche un elemento di delegittimazione dei
sistemi penali concreti. Di conseguenza viene avanzato un parametro
di valutazione per ottenere il massimo realizzabile di utilita' per i
non trasgressori e anche una pena minima per i trasgressori. Per
ottenere questo risultato l' A. prende in considerazione l' unico
scopo del sistema penale che giustifichi la punizione: quello di
prevenire, piu' che il crimine stesso, un' arbitraria ed eccessiva
reazione ad esso. Una teoria di giustificazione come quella sopra
menzionata equivale ad una teoria dei limiti della legge penale. Essa
richiede nuovi fondamenti pratici e teoretici delle garanzie legali
che tutelano i fondamentali diritti individuali.
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| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
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