| Lo studio della sovranita' non puo' prescindere dall' evoluzione
storica. Rodin fa della sovranita' l' attributo distintivo dello
stato. Hobbes fonda la nozione di persona statale. Il collegamento
fra sovranita' e persona, attuato all' Albrecht, e' perfezionato dal
Liaband: la soggettivita' statale - come capacita' giuridica -
diventa cosi' elemento formale. Il collegamento fra sovranita' e
persona presuppone il nesso fra sovranita' come forza e diritto come
fonte di qualificazione della forza. Pertanto il concetto di
sovranita' statale si dissolve, sia quando tale collegamento e'
troppo stretto (Krabbe, Kelsen), sia quando e' spezzato, con la
radicale contrapposizione fra forza e diritto (Preuss, Politics). La
sovranita' e' anzitutto una qualita' non contingente dell' imperium
statale: sono Stati solo le formazioni stanziate indipendenti. L'
imperium non riguarda soltanto il diritto interno, ne' l'
indipendenza soltanto il diritto internazionale: entrambi
costituiscono la sovranita' come categoria unitaria(Korowicz). La
duplice soggettivita' giuridica - interna ed internazionale - e' mera
"qualificazione" (Quadri) della persona reale, i cui processi
sostanziali definiscono lo stato quale entita' geopolitica. Questa e'
stata intesa come organismo (Gerber, Gierke), come istituzione
(Romano) e - nella presente analisi - come sistema aperto
caratterizzato dal duplice approccio genetico e sistemico. La
sovranita' si configura: I) come qualita' dell' imperium che fa capo
alla persona giuridica creata dall' ordinamento; 2) come potere
fattuale che guida i processi morfogenetici del sistema, formatori e
modificatori dell' ordinamento medesimo. La persona giuridica
perfeziona la persona reale: sussiste un rapporto dialettico - o di
integrazione sistemica - fra la sovranita' quale potere fattuale e la
sovranita' quale attributo formale.
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