| Dopo aver discusso alcuni modelli tipici di interpretazione dell'
etica forense, l' A. sottolinea che; a) la deontologia degli avvocati
e' rilevante sia per la teoria del diritto che per la sociologia dei
gruppi professionali, due prospettive integrabili a livello di
sociologia del diritto; b) dal punto di vista sociologico-giuridico
l' etica forense non puo' essere adeguatamente interpretata come
strumento di un univoco progetto professionale; c) come fenomeno
tipicamente simbolico, piuttosto che imperativo, la deontologia non
puo' non essere funzionalmente ambigua; d) inoltre, la deontologia
forense e' una forma di mediazione di secondo livello, poiche' lo
scopo della professione legale e' a sua volta di mediare tra cultura
giuridica ed extra-giuridica; e) gli attuali fattori di cambiamento
dell' etica forense sono ambivalenti, in quanto aiutano a rafforzare
contemporaneamente uno stile formalistico degli avvocati e uno
burocratico/efficientista; f) di conseguenza, esistono tendenze a
compiere aggiustamenti simbolici nell' etica professionale, in
particolare spostando l' accento dallo status (intra ed
extraprofessionale) alla competenza, e da questa dall' autonomia, in
maniera da salvaguardare il peso sociale della professione; g) e'
necessario ricorrere ad un approccio multifunzionale alla professione
legale, che al di la' dei conflitti teorici tenga conto dei diversi
scopi della deontologia, i suoi aspetti simbolici, i suoi sfumati
confini, il suo sviluppo multilineare.
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