| Da molti anni, il modo in cui il dibattito su come fare l' unione
europea guadagna terreno, e' inadeguato. Bisogna tuttavia ricordare
che all' inizio del processo si tenne un ampio dibattito sui modi da
seguire al fine di raggiungere lo scopo. Emersero due ipotesi: una
funzionalista, basata sulla necessita' di creare delle aree
funzionali europee a partire dagli ambiti dove interessi europei
erano piu' facilmente avvertibili, l' altra costituzionalista,
sostenuta e formulata con grande chiarezza da Altiero Spinelli. Con
Jean Monnet e la fondazione della prima Comunita', la CECA (concepita
come uno strumento per "gettare le prime basi concrete di una
federazione europea") prevalse l' idea di esplorare le possibilita'
del funzionalismo per giungere al costituzionalismo. In base a quest'
idea, che in qualche modo riflette attualmente cio' che accade, puo'
essere delineato uno schema di analisi che assegni distinti
significati ai tre termini: unificazone, integrazione e costruzione,
e descriva il processo come una unificazione (aspetto globale) che
dipende dai diversi gradi di integrazione (accertabile col criterio
funzionale) resa possibile ad ogni momento dai diversi gradi di
costruzione istituzionale (accertabile col criterio costituzionale).
Con questo schema e' facile verificare che l' unificazione e' rimasta
stagnante per molti anni (il Mercato Comune non e' divenuto un vero
mercato interno) proprio perche' avendo avuto un arresto il processo
di costruzione - ancora subordinato al monopolio legislativo ed
esecutivo del Gabinetto dei Ministri (nazionali) e alla sua
conseguenza, il diritto di veto - anche il processo di integrazione
e' bloccato. E' evidente che col diritto di veto non possono
svilupparsi politiche comuni in campo monetario, industriale,
tecnologico, sociale, ecc.; ed e' altrettanto evidente che senza tali
politiche il Mercato Comune non puo' evolversi in un mercato senza
frontiere interne. I governi, implicitamente e confusamente, hanno
riconosciuto questi aspetti della situazione, dichiarando fin dal
1972 la loro intenzione di costruire l' Unione Europea. I loro
tentativi sono falliti poiche' hanno affidato a funzionari nazionali
il compito di elaborare progetti e piani, non comprendendo che
soltanto un corpo politico per il quale l' Europa e' motivo di
esistenza puo' produrre un effettivo progetto di unione. Ma l'
incapacita' dei governi e' stata superata dal Parlamento Europeo che
e' stato capace di elaborare un progetto soddisfacente, ha dimostrato
di avere potere sufficiente per imporlo all' attenzione di tutti,
governi inclusi, e percio' ha ricondotto l' Europa sulla via dell'
Unione. Cio' significa che sia stato gia' raggiunto il successo, ma
certo significa che nella lotta per l' Europa e' cominciata un nuova
fase con un nuovo protagonista.
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