| Il dibattito alla costituente sulla politica estera italiana
post-bellica, che si concentro' sull' adesione dell' Italia al Patto
Atlantico, coinvolse profondamente il mondo cattolico. All' interno
di questo e' possibile riconoscere una serie di tendenze di sinistra
che, pur approvando la scelta culturale e civile delle societa'
occidentali, erano critiche sulla partecipazione italiana ai blocchi
e alla scelta atlantica. In particolare, all' interno del partito
democristiano erano di questo avviso i gruppi che facevano capo a
Dossetti e a Gronchi, oltre ad un' area composita di esperienze
culturali ed ecclesiastiche (coinvolgenti spesso la stessa Azione
cattolica) che si spingevano fino a frange marginali vicini ai
partiti marxisti. Ma le riserve e le critiche di questi gruppi
rimasero isolate e senza contatti con gli altri partiti, non
riuscendo ne' a far prendere una posizione definita al partito
democristiano - che si sforzava soprattutto di evitare disaccordi
interni - ne' a modificare le posizioni di Alcide de Gasperi che, in
stretto accordo col Ministro degli Esteri, fece aderire l' Italia
all' Alleanza. Queste posizioni critiche sono comunque interessanti
per una migliore comprensione della cultura cattolica intorno ai
problemi internazionali, e anche del contesto in cui si inseri' la
scelta atlantica: alcune delle proposte avanzate dalla "sinistra
cattolica" non erano prive di un significato politico, come quella di
una "federazione degli stati europei neutrali". Sullo sfondo del
dibattito emerge poi l' importanza delle posizioni vaticane (che
devono ancora essere esaminate), le quali non erano comunque molto
vicine a quelle della sinistra. Dopo la sconfitta politica, alcuni
gruppi cercarono un nuovo punto di riferimento nella critica
sistematica dell' accondiscendenza della Chiesa con il blocco
occidentale.
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