| Lo studio prende spunto dalla disincantata riflessione di Cassirer
all' inizio del suo ultimo lavoro, "Il mito dello Stato" : la ragione
domina nel pensiero teoretico, specialmente in quello scientifico, ma
e' emarginata dall' "azione politica". Percio' l' agire politico
umano sembra condannato all' irrazionalita'. D' altronde, le teorie
politiche fondate sulla ragione scientifica, cioe' sulla necessita'
(Hobbes, Comte), non salvano la liberta'. Come e' possibile estendere
la ragione alla sfera politica senza sacrificare la liberta'? E'
necessario oggi rivisitare alcuni concetti-guida umanistici, respinti
dalla cultura scientifica. In altre parole, la razionalita' deve
divenire ragionevolezza attraverso la prudenza, il giudizio, il
gusto, il senso comune. Il saggio passa in rassegna a questo scopo
alcune riflessioni filosofiche e politiche di Aristotele,
Guicciardini, Gracian, Vico, Shaftesbury, Kant, H. Arendt, e fa sue
alcune idee sul giudizio politico di Arendt e Vollrath (cioe' la
capacita' di distinguere, "Urteil" ), indaga i problemi di
connessione tra giudizio e azione, giudizio e pensiero, in
riferimento alla liberta' politica, che puo' esistere dove vige l'
idea politica di unione, non di unita'.
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