| (Sommario: L' A., mosso da quanto scrisse il grande giurista Orestano
circa i rivolgimenti civili indotti da Augusto, contesta l' opinione
oggi corrente circa il diritto, errata in quanto trascura che il
diritto, come la musica, e' una creazione dell' uomo. Basandosi su
argomenti tratti dall' uso e dalla vita comune, l' A. sostiene
principalmente che nessun diritto puo' essere posto senza il potere
di porre il diritto; la storia dimostra che il diritto e' sempre
stato posto degli uomini e che non e' mai esistito il c.d. "diritto
involontario"; le leggi scritte, non diversamente dalle note
musicali, sono di per se' cose immobili ma acquistano vita per opera
dell' uomo; il diritto viene posto dagli uomini ed utilizzato per
organizzare la vita. L' A., dimostra inoltre che sono imperfette
tanto la definizione del diritto secondo Celso quanto le altre
avanzate oggi, specialmente perche' una definizione del diritto deve
indicare chi lo fonda, a beneficio di chi, di quali elementi consta,
quali consuetudini umane favorisca, in quale modo venga fondato ed
attuato e cosa e' necessario per raggiungere questo fine. Poiche'
dunque il diritto e' fondato e riceve vita come opera dell' uomo,
risulta evidente che lo stato di esso riguarda tutti coloro che sono
preposti alla fondazione ed attuazione del diritto stesso,
soprattutto i professori di diritto, in modo che torni a loro merito
o colpa se nei vari periodi esso viene prodotto in modo migliore o
peggiore)
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