| l' a. esamina l' articolo dell' on. craxi in merito alla "grande
riforma" criticandone la genericita'. stupisce ad esempio, sottolinea
l' a., che l' on. craxi, dopo aver richiamato i problemi riguardanti
la stabilita' e la efficienza dell' esecutivo se ne sbarazzi poi con
disinvoltura scartando il presidenzialismo, senza darsi carico di
proporre soluzioni alternative; come sorprende il silenzio di craxi,
aggiunge l' a., sui sistemi elettorali ed eventuali riforme. l' a.
osserva come craxi si soffermi piu' diffusamente sulla costituzione
economica muovendo dalla premessa che il "regime misto" disegnato
nella costituzione oscillante tra i 2 poli della liberta' di
iniziativa privata e dello interventismo statale ha finito per
assommare i difetti del "capitalismo selvaggio" e quelli del
"capitalismo burocratico" e, commenta l' a., senza avere i vantaggi
ne' dell' uno ne' dell' altro. nel continuo cedimento, aggiunge l'
a., a pressioni di interessi settoriali ed a spinte demagogicamente
populistiche si e' creata la dilagante confusione di pubblico e
privato. ma qui, rileva l' a., il problema e' di politica economica e
non di riforme costituzionali, a meno che il vero scopo che l' on.
craxi si prefigge non sia proprio una riforma in senso socialista. in
questo caso, conclude l' a., l' on. craxi avrebbe fatto semplicemente
il suo mestiere di esponente di una parte politica determinata.
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