| Dopo aver puntualizzato che la mancanza di una dimensione storica e'
stata causa di serie insufficienze nell' analisi delle
organizzazioni, viene sviluppato uno schema teoretico dove la
trasformazione delle organizzazioni nel tempo viene elaborata per
spiegare le modalita' di funzionamento delle stesse. Dei modelli
biologici vengono usati per sintetizzare attraverso schemi analogici
una letteratura altamente diversificata - dalla storia dell' azienda
alla scienza dell' amministrazione, dalla teoria dell' organizzazione
alla scienza politica ed amministrazione aziendale. L' ipotesi
presentata e' che lo sviluppo organizzativo avviene attraverso fasi
discontinue - ciascuna non necessariamente superiore alla precedente
ma manifestante equilibri differenti nell' ambito del sistema
organizzativo e tra il sistema e l' ambiente. Il compito teoretico e'
di comprendere la definizione del concetto di "fase" e come il
passaggio da una fase a quella successiva possa essere caratterizzato
attraverso l' individuazione degli indicatori di fase. Durante la
prima fase (nascita dell' organizzazione), il modello di riferimento
e' quello dell' istituzionalizzazione. Da un lato vengono indicati
gli "indicatori" del processo d' istituzionalizzazione (dai lavori di
vari autori quali: Huntington, Blau, Selznick, Stinchombe, Pambianco,
Kimberly ed altri), dall' altro viene posta enfasi sull' influenza
nel processo di sviluppo del modello originario. Viene trattato il
problema dello sviluppo delle organizzazioni presentando quattro
modelli interpretativi: 1) Il modello evoluzione - rivoluzione (
Greiner) 2) Il modello strategia - struttura ( Chandler ) 3) Il
modello della Business - idea ( Normann) 4) Il modello della
razionalita' amministrativa ( Freddi ). Vengono presentate delle
conclusioni dopo una sintesi ed una interpretazione critica dei
modelli summenzionati. - Esistono due diverse impostazioni sullo
sviluppo delle organizzazioni. Una di tipo evoluzionistico che guarda
allo sviluppo come ad una continua evoluzione verso sempre piu'
complesse ed in linea generale "fasi superiori". Un' altra, "ciclica"
in cui lo sviluppo e' considerato come fenomeno discontinuo
caratterizzato da processi omeostatici o morfogenetici che danno
origine alle varie fasi. - Viene rifiutata la differenziazione
classica tra strategia e struttura e viene discussa la combinazione
strategia - struttura che non puo' essere ridotta ad una semplice
differenziazione tra dinamiche esterne ed interne. - Un'
organizzazione deve essere considerata come fenomeno unitario ed i
modelli di Normann e Freddi prendono in cosiderazione il carattere
unitario delle organizzazioni e risolvono la diconotomia tra politica
e contingenza nell' analisi delle organizzazioni. La struttura
organizzativa non deve essere intesa come un sistema
burocratico/organizzativo (organigramma), ma come spinta verso una
cultura organizzativa processi di apprendimento, sistemi di
razionalita' e scambio di poteri. Tutti questi comportamenti tendono
ad essere congruenti nel corso di alcuni periodi - si puo' allora
indicare come "fase" il periodo caratterizzato da omogenee
intercorrelazioni nell' ambito dell' organizzazione e tra questa e l'
ambiente. - Cambiando uno di questi elementi in seguito all'
interazione tra l' organizzazione e l' ambiente, l' omogeneita' si
interrompe. Quando cio' avviene, il risultato puo' essere o un
processo di adattamento (evoluzione) o un cambiamento radicale. Se
quest' ultimo si verifica, l' aspetto dell' organizzazione ne risulta
modificato. La terza fase (decadenza) e' la meno approfondita dalla
corrente letteratura. Dopo aver esaminato l' apporto di alcuni autori
quali (Kimberly, Miles, Hirschmann, Picchierri, Bonazzi), viene
sostenuto che tale fenomeno non e' stato approfondito perche' l'
attenzione degli studiosi sembra essersi indirizzata sulla crescita
dell' organizzazione.
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