| Il processo di interdipendenza globale, che caratterizza sempre piu'
il mondo d' oggi, si riflette anche nel campo delle relazioni
internazionali. Va constatato, in particolare, che gli apparati
centrali di governo degli stati non riescono piu' a mantenere il
monopolio dei rapporti internazionali ed a impedire, specialmente in
Europa occidentale, che anche enti pubblici territoriali, tanto piu'
se posti nelle zone di frontiera, svolgano delle loro attivita'
internazionali spesso in modo caotico, anomalo ed al margine delle
relative legislazioni nazionali. Gli AA. , prendendo spunto dalla
poderosa e crescente massa di dati relativi alla cooperazione
transfrontaliera tra enti territoriali e locali di diversi Stati
specie nell' arco alpino, studiano i problemi giuridici posti da
questa prassi. A tal fine analizzano, sia tipologia dei rapporti
transfrontalieri (che vanno dal semplice scambio di visite, all'
organizzazione di manifestazioni comuni, all' accordo, e perfino alla
creazione di organismi permanenti), sia il loro regime giuridico tra
diritto interno, diritto transnazionale e diritto internazionale, sia
ancora i loro effetti sul piano dei vari ordinamenti giuridici
interessati. Lo studio parte dalla constatazione che i diritti
interni degli Stati disciplinano in modo assai diversificato le
competenze "internazionali" degli enti territoriali e centra l'
attenzione sulle varie normative internazionali che, in Europa, sono
intervenute a legittimare questo genere di relazioni. La piu'
importante, a parte il reg. n. 1787/84 della CEE, e' quella contenuta
nella Convenzione-quadro del Consiglio d' Europa sulla cooperazione
transfrontaliera delle collettivita' o autorita' locali firmata a
Madrid il 21 maggio 1980 ed in vigore per l' Italia dal 30 giugno
1985. L' articolato regime proposto da questa Convenzione e'
studiato, alla luce delle dichiarazioni e riserve formulate dall'
Italia, nel suo intrecciarsi con la disciplina esistente nell'
ordinamento italiano riguardo ai poteri "internazionali" delle
regioni. Malgrado il carattere ambiguo ed embrionale della normativa
internazionale, evidente e' l' emergere ed il consolidarsi d' una
serie di obblighi gravanti sugli Stati: questi devono promuovere e
favorire la cooperazione transfrontaliera che anzi appare ormai
legittimata -secondo gli AA. - da una norma internazionale regionale
a carattere consuetudinario. Tale cooperazione risulta, in
conclusione, oggetto nelle zone di frontiera interne all' Europa
occidentale d' una disciplina composita risultante dalla
sovrapposizione (e dalla coordinazione) di tre livelli di normazione
(nazionale, transnazionale ed internazionale).
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