| A livello d' interpretazione prescrittiva le formule deontiche hanno
un significato prescrittivo e non esprimono proposizioni vere o
false. In questo senso non si puo' parlare di relazioni di
implicazione o compatibilita' (e incompatibilita') tra le formule e
neppure, quindi, di una "logica" delle norme. Tuttavia, l' attivita'
legislativa, e anche le norme stesse, possono essere giudicate sotto
vari aspetti e standards di razionalita', alcuni dei quali possono
essere associati a considerazioni di carattere strettamente logico.
Nella prima parte del saggio l' Autore costruisce un sistema formale
di logica deontica corrispondente ai cosiddetti sistemi standard,
precisandone il vocabolario e definendone le formule ben formate;
esamina inoltre il problema dell' applicazione dei connettivi di
enunciati alle formulazioni normative, nonche' varie questioni
relative alle norme di ordine superiore, alla configurabilita' del
"permesso" come categoria indipendente, al carattere storico delle
norme e alle condizioni di soddisfacibilita' alle norme che
contengono obblighi o permessi; infine, costruisce gli equivalenti di
diversi teoremi di logicadeontica applicando la cosiddetta "regola d'
impegno razionale " e illustra gli assiomi e le regole d' inferenza
del suo sistema di logica deontica. La seconda parte del saggio e'
dedicata alle norme condizionali o ipotetiche e al modo di formularle
senza incorrere nei cosiddetti "paradossi dell' implicazione". Nella
terza parte sono introdotti i quantificatori temporali "sempre" e
"qualche volta", riferiti rispettivamente alle norme che contengono
obblighi e permessi. Le nozioni di soddisfacimento e
soddisfacibilita' sono estese alle norme il cui contenuto e'
vincolato da quantificatori temporali e sono esaminate formule
complesse, composte da variabili, connettivi di verita',
quantificatori temporali e operatori deontici. Nella quarta parte e'
elaborato il concetto di "occasione" e sono definite le condizioni di
soddisfacibilita' d' un corpus di norme contenente obblighi,
proibizioni e permessi riferiti a una data occasione. La quinta parte
tende a porre la logica dell' azione a base della logica deontica; in
essa e' introdotta la distinzione tra "azioni produttive" e "azioni
conservative" e "azioni soppressive" (con le relative formule
simboliche "B" e "S") ed e' precisato il collegamento tra la nozione
di "occasione" e quella di "opportunita'". Enumerati gli otto modi (o
tipi) atomici o elementari dell' azione di compimento e gli otto
principi di distribuzione degli operatori B e S su composti
molecolari di variabili, l' Autore passa a esaminare gli effetti
della distribuzione degli operatori di produzione (B) e conservazione
(S) con riferimento ai principi di distribuzione enucleati. Quindi e'
illustrata la nozione di "espressione BS" ed e' descritta la
procedura per costruire la "forma normale disgiuntiva perfetta" di
un' originaria espressione BS. Alla logica deontica si passa
aggiungendo al calcolo BS i simboli O eP. Adattando i meccanismi
della logica deontica sviluppata nella prima parte del saggio a norme
i cui contenuti sono stati di cose descritti da espressioni BS, l'
Autore analizza le condizioni di soddisfacibilita' delle norme
obbligatorie e delle norme permissive; a conclusione chiarisce la
nozione di negazione normativa e formula osservazioni su casi
particolari. La sesta parte del saggio contiene alcune note sul
simbolo dell' omissione. La settima e ultima parte del saggio e'
dedicata ai quantificatori nella logica deontica. Gli enunciati BS
preceduti dagli operatori deontici O e P sono chiamati enunciati OPBS
atomici; da essi si possono formare enunciati OPBS molecolari facendo
uso dei connettivi. Secondo quanto illustrato dall' Autore, gli
enunciati OPBS non quantificati possono essere interpretati sia
descrittivamente che prescrittivamente. Gli enunciati OPBS
quantificati (atomici e molecolari), invece, devono essere
interpretati descrittivamente e non possono essere interpretati
prescrittivamente. L' analisi del problema del tipo d'
interpretazione da attribuire agli enunciati deontici della forma
Tun-Sollen (Durfen), infine, conduce a chiarire che "la norma e' che
qualcosa deve o puo' esser fatto", mentre la specificazione dell'
agente cui la norma s' indirizza rimane "estranea" alla norma stessa.
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