| Alcuni fatti recenti hanno riproposto il problema dell' eutanasia e
della sua legalizzazione. L' editoriale, dopo aver riportato il
progetto Fortuna e avervi fatto qualche rilievo critico, chiarisce
anzitutto il senso esatto del termine "eutanasia", rilevando che essa
entra nella categoria dell' omicidio e precisando che essa, nel suo
significato proprio, e' sempre "diretta" e "attiva", e che quindi non
e' esatto parlare di eutanasia "indiretta" e "passiva". Espone, poi,
la dottrina cattolica, che e' di assoluta condanna dell' eutanasia, e
osserva che l' humus culturale in cui nascono e si diffondono la
mentalita' e la pratica di essa e' quello del secolarismo, del
materialismo e dell' efficientismo: percio', per combattere l'
eutanasia e' necessario combattere la mentalita' secolarista,
materialista ed efficientista che ne e' alla base. Si deve quindi
affermare che la vita umana appartiene a Dio; che essa ha valore
anche quando e' menomata, improduttiva e sofferente; che la
sofferenza non e' inutile e priva di senso, ma puo' essere via e
strumento di salvezza. Termina con un accenno al problema dell'
accanimento terapeutico, ricordando che la vita va conservata con i
mezzi ordinari e proporzionati.
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