| L' Europa, come idea, come simbolo, come modello di tipo culturale,
ha una tradizione di molti secoli. Al contrario, l' Europa intesa
come "unita' politica" da raggiungere attraverso il superamento delle
singole sovranita' e' un fenomeno recente. L' A. parte dalla tesi di
Carlo Cattaneo ("Avremo pace vera quando avremo gli Stati Uniti d'
Europa") per richiamare alla mente la "lunga marcia" dell' idea
politica dell' Unione europea, come essa si e' formata negli ultimi
secoli, ma soprattutto come si e' consolidata nel nostro secolo, in
particolare dopo la Prima guerra mondiale. Le proposte di Luigi
Einaudi, quelle di Lord Lothian e della "Federal Union", i "Discours
a' la nation europeenne" di Julien Benda, le severe diagnosi di
Thomas Mann (in "Achtung Europaé") fino al "Progetto federalista" di
Lionel Robbins sono alcuni dei piu' qualificanti elementi della
"risposta" ai terribili rischi, durante gli anni trenta, di un
nazionalismo esasperato. Ma l' A. dimostra che e' stato il c.d.
"Manifesto di Ventotene", elaborato da Altiero Spinelli, Ernesto
Rossi e Eugenio Colorni, a costituire, gia' durante le ultime fasi
della Seconda guerra mondiale, il piu' originale e lucido testo-base
politico che avrebbe unito tutti coloro che vedevano, ed ancora
vedono, nella fine di quelle piccole e anacronistiche sovranita'
nazionali, il punto di partenza per la realizzazione di un ordine
politico (Parlamento Europeo, Governo Europeo, Difesa Europea) in
grado di raccogliere la sfida di un modo multipolare. Da questo punto
si confrontano due strategie: la critica del modello dei
"funzionalisti", i quali credono (e deludono se stessi) di realizzare
l' Europa politica attraverso una serie di piccole istituzioni
settoriali (OECE, CECA, MEC, CEE) ma lasciando incredibilmente
"intatti" i poteri decisionali dei singoli Paesi; l' alternativa
sostenuta dai "federalisti", che per anni hanno denunciato l'
inconsistenza dell' Europa tecnocratica e oggi la giudicano
indispensabile per la realizzazione del c.d. "Progetto Spinelli",
approvato fin dal 14 febbraio 1984 ma ancora in attesa di essere
ratificato dai Parlamenti nazionali, in modo da dare al Parlamento
europeo alcuni di quei "minimi poteri", gli unici, in grado di
cambiare in decisioni quelle che fino ad ora rimangono fragili e
spesso inoperanti "raccomandazioni". L' A. conclude proponendo di
nuovo l' alternativa di Einaudi: "Il problema per l' Europa non e'
quello fra l' indipendenza e l' unione, ma quello fra l' esistere
uniti o lo scomparire".
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