Banche dati professionali (ex 3270)
Stampa giuridica

Documento


168398
IDG870400075
87.04.00075 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Colombo Arturo
Europa: la lunga marcia di un' idea
Politico, an. 51 (1986), fasc. 2, pag. 169-180
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D870; D871
L' Europa, come idea, come simbolo, come modello di tipo culturale, ha una tradizione di molti secoli. Al contrario, l' Europa intesa come "unita' politica" da raggiungere attraverso il superamento delle singole sovranita' e' un fenomeno recente. L' A. parte dalla tesi di Carlo Cattaneo ("Avremo pace vera quando avremo gli Stati Uniti d' Europa") per richiamare alla mente la "lunga marcia" dell' idea politica dell' Unione europea, come essa si e' formata negli ultimi secoli, ma soprattutto come si e' consolidata nel nostro secolo, in particolare dopo la Prima guerra mondiale. Le proposte di Luigi Einaudi, quelle di Lord Lothian e della "Federal Union", i "Discours a' la nation europeenne" di Julien Benda, le severe diagnosi di Thomas Mann (in "Achtung Europaé") fino al "Progetto federalista" di Lionel Robbins sono alcuni dei piu' qualificanti elementi della "risposta" ai terribili rischi, durante gli anni trenta, di un nazionalismo esasperato. Ma l' A. dimostra che e' stato il c.d. "Manifesto di Ventotene", elaborato da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, a costituire, gia' durante le ultime fasi della Seconda guerra mondiale, il piu' originale e lucido testo-base politico che avrebbe unito tutti coloro che vedevano, ed ancora vedono, nella fine di quelle piccole e anacronistiche sovranita' nazionali, il punto di partenza per la realizzazione di un ordine politico (Parlamento Europeo, Governo Europeo, Difesa Europea) in grado di raccogliere la sfida di un modo multipolare. Da questo punto si confrontano due strategie: la critica del modello dei "funzionalisti", i quali credono (e deludono se stessi) di realizzare l' Europa politica attraverso una serie di piccole istituzioni settoriali (OECE, CECA, MEC, CEE) ma lasciando incredibilmente "intatti" i poteri decisionali dei singoli Paesi; l' alternativa sostenuta dai "federalisti", che per anni hanno denunciato l' inconsistenza dell' Europa tecnocratica e oggi la giudicano indispensabile per la realizzazione del c.d. "Progetto Spinelli", approvato fin dal 14 febbraio 1984 ma ancora in attesa di essere ratificato dai Parlamenti nazionali, in modo da dare al Parlamento europeo alcuni di quei "minimi poteri", gli unici, in grado di cambiare in decisioni quelle che fino ad ora rimangono fragili e spesso inoperanti "raccomandazioni". L' A. conclude proponendo di nuovo l' alternativa di Einaudi: "Il problema per l' Europa non e' quello fra l' indipendenza e l' unione, ma quello fra l' esistere uniti o lo scomparire".
Centro diretto da G. Taddei Elmi - IDG Firenze



Ritorna al menu della banca dati