| Il problema dell' unita' e' soprattutto un problema di differenza.
Come unire, come integrare la varieta' di culture, di gruppi etnici,
di movimenti politici, di persone e gruppi di differenti orientamenti
di valore, e in rari casi di differenti nazioni, all' interno di una
politica, come portarli sotto un solo tetto; trovare un comune
denominatore e' una questione essenziale per costruire un' unita' o
una comunita' culturale, politica o economica. Preservare, da una
parte, le differenze culturali e politiche che dopotutto sono una
conseguenza di secoli di sviluppo storico e costruire, dall' altra,
un' unita' o meglio una libera comunita' e' una questione
fondamentale. Il pluralismo etnico senza piu' vaste liberta' di
pluralismo politico, culturale ed anche economico non crea le
condizioni per un necessario incontro ed una reciproca crescita
culturale. Il pluralismo non e' una ideologia rigida, e' piuttosto
una prassi tollerante e flessibile nella sua applicazione. Un
atteggiamento ed una politica generali di rispetto e per la
diversita', la tolleranza per differenti religioni, idee, sistemi ed
obiettivi economici, un atteggiamento benevolo verso l' uomo e le sue
attivita' influenzano le nostre istituzioni e creano le condizioni
dell' universalita'. Noi possiamo constatare attualmente questa
tendenza verso una civilta' universale che si riscontra soprattutto
nella comunita' scientifica e filosofica. Ma nell' umanita' c' e'
bisogno di un proprio focolare culturale, di un tetto dove poterci
sentire a nostro agio con coloro coi quali dividiamo una tradizione
comune di particolari valori. L' umanita' e' veramente un concetto
ampio. Al suo interno il pluralismo - un atteggiamento ed una
politica di rispetto per gli individui, per una persona e per la sua
comunita'- puo' suggerire una risposta.
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