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171223
IDG870900471
87.09.00471 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Pisapia Gianvittorio
Un criminologo tra positivismo e scietticismo: Adolfo Zerboglio
Rass. penit. crim., an. 6 (1984), fasc. 1-3, pag. 109-132
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D5
La rilettura delle ultime opere di Zerboglio e in particolare del "L' uomo delinquente", pubblicato nel 1924, indica come troppo spesso l' odierna antropologia criminale abbia costruito le novita' delle proprie indicazioni teoriche sulla base di una revisione che non teneva in debito conto le contraddizioni interne allo stesso positivismo criminologico, contraddizioni emerse dal dibattito tra positivisti che si era sviluppato nei primi anni del Novecento, e che vide Zerboglio - avvocato, professore universitario, uomo politico - tra le personalita' piu' significative. Un' attenta lettura dei richiami presenti nell' "Uomo delinquente" e nel "Cesare Lombroso" mostra che non era possibile alcun aggiornamento del positivismo criminologico. Infatti l' esito non dogmatico della crisi del positivismo non poteva essere che una sorta di scetticismo. Il cammino di Zerboglio, a questo proposito, e' significativo: una rilettura "aggiornata" della Scuola Classica, il rifugio di un' analisi prettamente esegetica del diritto penale. Le critiche rivolte all' antropologia criminale (sostanziale identificazione tra delinquenza e anomalia, sovrapposizione dei concetti di delinquente e uomo delinquente), certamente corrette, non gli consentono pero' di individuare nuovi rapporti tra antropologia criminale e diritto penale e, tanto meno, forniscono indicazioni in positivo per la costruzione di un nuovo metodo in criminologia. Due meriti innegabili, e non certamente secondari, vanno tuttavia ascritti a Zerboglio: aver dato, con le sue opere giovanili, un apporto fondamentale allo studio di importanti problemi sociologici e giuridici e all' interpretazione del diritto penale; e avere, in seguito, con le sue critiche, richiamato, in quanto positivista, l' attenzione degli studiosi sui limiti del positivismo criminologico. Per questo, il nome di Zerboglio va ricordato, ed anche per aver rammentato come "il problema penale continui ad essere uno dei piu' complessi, meritevole di libera speculazione, soggetto a lasciare, forse perennemente, insoddisfatto il nostro spirito desideroso di soluzioni definitive, ed in pari tempo dominato dall' ansia di appagare quel senso istintivo, di vendetta in una volta e di giustizia, che ci porta a voler retribuito il male col male".
Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze



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