| 171993 | |
| IDG871200594 | |
| 87.12.00594 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Gherardi Silvia, Mortara Vittorio
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| Puo' il concetto di cultura organizzativa contribuire allo studio
della pubblica amministrazione e al suo mutamento?
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| Riv. trim. sc. amm., an. 34 (1987), fasc. 1, pag. 39-62
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D170
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| Nella prima parte del saggio gli AA., dopo aver brevemente descritto
il "mutamento di paradigma" sul quale e' basato molto del pensiero
organizzativo contemporaneo, riassumono i diversi significati e usi
del concetto di cultura organizzativa trovato nella letteratura e
propongono uno schema di classificazione basato su due dimensioni:
cultura intesa come sistema sociale contro cultura intesa come
sistema di idee; studi descrittivo-interpretativi contro studi
prescrittivo-manipolatori. Nella seconda parte viene data qualche
prova circa la possibilita' che i peculiari problemi della pubblica
amministrazione italiana, e della sua resistenza a cambiare, derivino
da una cultura organizzativa particolare, molto coerente e
"integrata". Viene poi indicata la necessita' di una ulteriore
ricerca sulle varie componenti o tratti di tale cultura, sulla sua
origine e cambiamento attraverso il tempo, sui modi in cui e'
trasmessa di generazione in generazione di burocrati e sulle varie
sub-culture che possono rinvenirsi all' interno di essa. Come
conclusione gli AA. danno una risposta provvisoria e ipotetica al
doppio interrogativo posto nel titolo: il concetto di cultura
organizzativa offre uno strumento potenzialmente produttivo per
studiare e comprendere l' amministrazione pubblica italiana e i suoi
mali, ma non offre alcuna scorciatoia per curare tali mali e, anche
attraverso "la via lunga", i vari approcci culturali alla riforma
amministrativa che possono essere proposti lasciano molti dubbi.
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| Centro diretto da E. D'Elia - IDG Firenze
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