| Dopo avere esposto sinteticamente i dati quantitativi della giustizia
amministrativa, che evidenziano lo stato preoccupante del contenzioso
pendente presso i TAR e il Consiglio di Stato, la relazione passa ad
esporre alcune delle ragioni di tale allarmante situazione, che si
risolve in vero diniego di giustizia, e talune possibili soluzioni
per ovviarvi. Rilevato, complessivamente, l' impegno della
magistratura per far fronte alla crescente mole dei ricorsi pendenti,
le prime sono individuate nello stato frammentario della
legislazione, nel particolare atteggiarsi della motivazione nella
sentenza del giudice amministrativo, nell' assoluta carenza di
personale e strumenti di lavoro, nell' atteggiamento e nello stato
della P.A.. Fra i rimedi, particolare risalto viene dato al disegno
di legge governativo facente parte del c.d. "pacchetto Rognoni",
sull' attribuzione degli incarichi extraistituzionali e, soprattutto,
al disegno di legge delega per la riforma del processo
amministrativo. La necessita' della riforma legislativa viene
caldeggiata anche per evitare l' assunzione, da parte della
magistratura, di inammissibili ruoli di supplenza. Vengono, pero', al
contempo formulate proposte modificative al c.d. "Testo unificato
Sullo": alcune di natura abrogativa, come la previsione della
soppressione della giurisdizione di merito o della delega dal giudice
d' appello a quello di primo grado per l' assunzione di prove
testimoniali, altre di carattere aggiuntivo, quali l' aumento di
organici di magistrati in primo e secondo grado, la creazione di
sezioni specializzate del pubblico impiego, di un filtro preventivo
del contenzioso giurisdizionale, sempre in materia di pubblico
impiego, e, infine, l' istituzione di nuova sezione staccate di TAR.
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