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172179
IDG871200781
87.12.00781 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Vaiano Paolo
La reiterazione dei vincoli urbanistici di natura espropriativa
conferenza tenuta alla Sezione lombarda della Societa' italiana degli avvocati commercialisti, Milano, 27 gennaio 1987
Foro amm., an. 63 (1987), fasc. 4-5, pag. 1329-1334
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D18238
Sull' argomento viene preliminarmente esposto il "diritto vivente" inteso come risultato non utilmente contestabile della elaborazione giurisprudenziale e dottrinale. Questo consiste: - nella individuazione da parte della Corte Costituzionale dei vincoli urbanistici a contenuto espropriativo; - nel riconoscimento della loro incostituzionalita' per la contemporanea presenza di due requisiti entrambi negativi: la mancanza di un termine e la mancata previsione di un indennizzo; - nella scelta della temporaneita' dei detti vincoli, operata dal legislatore al fine di assicurarne la costituzionalita', che ripropone pero' il problema nell' ipotesi della loro reiterazione da parte dell' amministrazione dopo la scadenza dei termini di durata previsti dalla legge. Si afferma quindi la necessita' che la ricerca della garanzia di costituzionalita' di un cosi' importante strumento urbanistico si realizzi nell' altro senso, indicato alternativamente dalla Corte, della indennizzabilita' della proprieta' gravata da vincolo, anche in mancanza di normativa analitica. Viene quindi suggerita la seguente costruzione dogmatica: - la reiterazione del vincolo e' consentita dall' ordinamento poiche' il potere di imporlo non si consuma con la emanazione dell' atto, ma perdura finche' vi sia l' esigenza di intervenire; - la reiterazione, quindi, non produce lesione del diritto del privato e non comporta risarcimento; - essa, pero', esclude la temporaneita', almeno nella misura che il legislatore ha ritenuto compatibile con la tutela costituzionale della proprieta', per cui diventa sostanzialmente esercizio di potere espropriativo; - ora, la norma costituzionale consente l' espropriazione della proprieta' privata soltanto "salvo indennizzo"; - dunque, l' indennizzo costituisce un diritto del proprietario dell' area vincolata ed un obbligo dell' amministrazione nascente dall' esercizio del potere impositivo. L' idea e' quella di riportare l' indennizzo al concetto di clausola generale, di normazione, cioe', sintetica, risultante dalla stessa formulazione del principio costituzionale che collega oblazione ed indennizzo. Il legislatore costituzionale, avrebbe, cosi' saputo prevedere l' insufficienza della normativa analitica ad adattarsi alle nuove situazioni sociali ed economiche nelle quali la proprieta' avrebbe dovuto essere garantita, senza che questa garanzia costituisse ostacolo alla realizzazione dei prevalenti interessi della collettivita'.
l. 30 novembre 1973, n. 756 l. 22 dicembre 1975, n. 696 l. 24 gennaio 1977, n. 6 l. 28 gennaio 1977, n. 10
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