| 172364 | |
| IDG880700116 | |
| 88.07.00116 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Ferrante Umberto
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| Per una revisione delle norme sull' oscenita'
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| nota a Trib. Roma 5 maggio 1986
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| Giur. merito, an. 19 (1987), fasc. 6, pt. 2, pag. 1260-1264
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D51711; D51710
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| Esaminando la sentenza del Tribunale di Roma del 5 maggio 1986,
relativo ad uno spettacolo osceno, l' A. rileva, richiamando suoi
precedenti scritti, che il pudore e' collegato non a giudizi di
valore sul compimento dell' atto sessuale, ma alla reazione di fronte
alla violazione della sfera di intimita' che tale atto circonda. La
oscenita', quindi, cioe' l' offesa al pudore, va considerata come
offesa alla liberta' ed alla dignita' dell' uomo e se tale offesa
dell' uomo in una particolare dimensione della sua personalita' viene
considerata reato, il reato stesso va inquadrato tra quelli contro la
persona. In tale prospettiva se appare ragionevole proteggere il
pudore contro un' oscenita' pubblicamente esibita ed ostentata, non
altrettanto ragionevole appare vietare a soggetti adulti di fruire di
spettacoli e pubblicazioni osceni; tale divieto e' troppo
evidentemente collegato ad un determinato codice morale che si
intende imporre.
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| art. 527 c.p.
art. 528 c.p.
art. 529 c.p.
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| Ist. dir. agrario - Univ. FI
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