| L' A. individua nella giurisprudenza piu' recente, e prevalentemente
dei giudici di legittimita', una specifica tendenza diretta a
radicare, attraverso la prassi applicativa, uno strumento processuale
meno rigido ed alquanto diverso da quello inteso all' indomani della
novella del 1973. Il sistema processuale "chiuso" desunto da una
lettura coordinata, alla luce dei principi chiovendiani, delle varie
norme della l. n. 533, risulta in tal modo "scardinato" nei suoi
punti chiave ed emerge una struttura procedimentale "aperta" che
finisce con l' allinearsi con quella, ormai da lungo tempo, invalsa
per le vertenze ordinarie ed oggi, piu' che mai, additata come causa
fondamentale della crisi della giustizia civile. Dopo aver dato conto
delle varie pronunce, espressione della indicata tendenza, e degli
istituti processuali che vengono travolti, l' A., in chiusura,
sottolinea la potenzialita' destabilizzante insita in tale
orientamento, sia con riguardo alla tenuta del rito del lavoro, che
all' auspicata inversione di tendenza nella situazione di progressivo
degrado in atto nel processo ordinario
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