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| IDG890100105 | |
| 89.01.00105 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Vullo Enzo
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| Sulla fase introduttiva del giudizio di gravame nel rito del lavoro
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| Riv. it. dir. lav., an. 7 (1988), fasc. 3, pt. 1, pag. 324-378
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D760; D4192
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| In questo scritto il tema della fase introduttiva del giudizio di
gravame nel rito del lavoro, viene trattato in relazione all' ipotesi
in cui l' appellato non possa usufruire integralmente (ovvero non
possa usufruire affatto), dello "spatium deliberandi" previsto a suo
favore dall' art. 435, commi 3 e 4 c.p.c. L' A. suggerisce l'
ipotizzabilita' di modelli di disciplina della fase introduttiva del
processo del lavoro, alternativi e preferibili rispetto a quello
attualmente vigente. Si sofferma poi su alcune fattispecie che
determinano, in concreto, l' impossibilita' per l' appellante di
utilizzare parzialmente o integralmente il termine a comparire;
infine, affronta l' ipotesi particolare dell' omissione della
notificazione del ricorso e del pedissequo decreto di fissazione
dell' udienza di discussione (ex art. 435 c.p.c.), imputabile alla
"negligenza" dell' appellante. Il recupero dei concetti dell' "editio
actionis" e della "vocatio in ius", e del principio del
contraddittorio, induce l' A. a prospettare, quale ipotesi di lavoro,
l' applicabilita' analogica a tali fattispecie degli artt. 102 e 331
c.p.c.
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| l. 11 agosto 1973, n. 533
art. 102 c.p.c.
art. 331 c.p.c.
art. 435 c.p.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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