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179787
IDG891507284
89.15.07284 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Oriani Renato
La "perpetuatio iurisdictionis" (art. 5 c.p.c.)
Foro it., vol. 112, an. 114 (1989), fasc. 1, pt. 5, pag. 35-64
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D4021; D4022; D4052; D02301
(Sommario: Il principio della "perpetuatio iurisdictionis" nella costruzione di Chiovenda. I lavori preparatori dell' art. 5 c.p.c. L' art. 5 e il principio che la "competenza si determina dalla domanda". L' art. 5 e il mutamento della domanda nel corso del giudizio. L' art. 5 e le modificazioni della competenza per ragione di connessione. Ambito di applicazione dell' art. 5 c.p.c. Casistica. La "perpetuatio iurisdictionis" e la competenza per connessione; con particolare riguardo agli art. 103, 104, 279 c.p.c. La "perpetuatio iurisdictionis" nei rapporti giudice ordinario-giudice speciale. Il caso della "trasformazione" del rapporto di lavoro nel corso del giudizio. Indirizzi giurisprudenziali contrastanti. Proposta ricostruttiva. L' art. 5 e le altre questioni di giurisdizione nei confronti della pubblica amministrazione. Mutamento della normativa sulla competenza e sulla giurisdizione: orientamenti giurisprudenziali consolidati nel senso della inapplicabilita' dell' art. 5. Irrilevanza dei vari contenuti delle disposizioni transitorie. Impostazione del problema: non decisivita' della lettera, apparentemente restrittiva, dell' art. 5. Elementi tratti dal fenomeno della c.d. competenza sopravvenuta. Elementi desunti dal principio di economia processuale. Argomento tratto dall' art. 25, primo comma, Cost. Del principio "tempus regit actum", che caratterizza anche la successione di norme processuali. L' art. 5 e' applicabile pure alle ipotesi di cambiamento della normativa sulla competenza della giurisdizione)
art. 25 comma 1 Cost. art. 5 c.p.c.



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