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180729
IDG891508239
89.15.08239 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Torelli Mauro
La conciliazione nel processo civile: natura, effetti e impugnabilita
Giur. merito, an. 21 (1989), fasc. 3, pt. 4, pag. 784-792
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D4132
L' estraneita' o l' incidenza della funzione giurisdizionale costituiscono il discrimen su cui storicamente si e' sviluppato il dibattito della dottrina sulla conciliazione. Da una parte una visione "contrattualistica" tesa a ravvisare una indistinzione tra il componimento di cui all' art. 185 c.p.c. e la transazione di cui all' art. 1965 c.c.; dall' altra una posizione "giurisdizionalista", diretta a sostenere la matrice contenziosa da cui scaturirebbe la conciliazione. L' A., contestando entrambi gli itinerari interpretativi, rileva come la conciliazione, non potendo essere imposta alle parti in forza di una coercizione, non ha ancora toccato i vertici della giurisdizione ed e' rimasta nell ' orbita del negozio. Nell' accedere pertanto ad una lettura negoziale del fenomeno (evidentemente in una linea diversa rispetto alla tradizione), l' A. analizza le intrinseche peculiarita' dell' istituto in esame per dimostrarne un' assoluta autonomia concettuale. Significativa, in tal senso, appare la soluzione proposta alla vexata quaestio della impugnabilita' della conciliazione. Esclusi i rimedi di natura processuale, l' A. valuta negativamente anche l' ipotesi di applicazione al componimento dei mezzi di impugnazione del contratto. Si osserva, al contrario, come la presenza del giudice nell' ambito conciliativo consenta di infondere in esso il carattere della processualita' che significa esclusione di qualsiasi indagine sulla volonta' dei contraenti. Il legislatore, in tale prospettiva, sembra avere escluso ogni impugnativa per una fattispecie che, giovandosi del controllo dell' organo giurisdizionale, realizza un fenomeno idoneo a concludere la lite e quindi sottrarlo ad ogni mezzo di attacco.
art. 185 c.p.c.



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