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181576
IDG891509081
89.15.09081 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Barbalinardo Gustavo
Brevi note in tema di rapporti fra esercizio arbitrario delle proprie ragioni ed estorsione e di concorso di persone nel reato configurabil
Nota a App. Bologna 16 febbraio 1988
Giur. merito, an. 21 (1989), fasc. 4-5, pt. 2, pag. 958-961
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D51220; D51903; D5013
L' A. condivide il punto di vista della sentenza annotata: se e' esatto -come anche lui crede- che, nell' esercizio arbitrario delle proprie ragioni, il dolo consiste, fra l' altro, nel fine esclusivo di esercitare un preteso diritto legittimamente azionabile, deve, allora, escludersi che possa commettere il delitto in parola chi, agendo anche per fine di profitto proprio e su preciso incarico del creditore, costringe con la minaccia il debitore a pagare, anche solo in parte, il preteso credito munito di tutela giudiziaria: nel fatto andranno ravvisati gli estremi dell' estorsione. Ed il creditore, il quale, promettendo un compenso, avra' conferito all' autore materiale della condotta minacciosa di autosoddisfazione l' incarico di recuperare, con la minaccia per l' appunto, il credito, concorrera' -alla luce degli ordinari canoni in tema di compartecipazione criminosa- nel delitto di estorsione commesso dal "mandatario".
art. 110 c.p. art. 393 c.p. art. 629 c.p.



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