| Nella prima parte del saggio di recensione il libro di Giorgio Penzo,
"Il superamento di Zarathustra Nietzsche e il nazionalsocialismo",
nel quale si nega ogni relazione tra l' ideale umano del
nazionalsocialismo e il superuomo nietzschiano, che viene descritto
come "figura esistenziale" e "cifra" del moderno processo di
secolarizzazione, definito come originale fenomeno di apertura del
sacro. In alternativa alla interpretazione di Penzo, l' A.
riconsidera la relazione Nietzsche-nazionalsocialismo attraverso l'
analisi di alcuni aspetti della dottrina politica e giuridica naziste
(il Fuhrerprinzip, il problema della responsabilita' personale e il
razzismo) e della critica nietzschiana alle categorie di volonta'
libera, responsabilita', colpa e soggettivita'. L' A. mette pure in
risalto l' ambiguita' del giudizio di Nietzsche sulla "questione
ebraica", perche' nell' opera del filosofo sono compresenti attestati
di stima e simpatia per il popolo ebreo e una dura condanna della
religione e della morale ebraiche, considerate all' origine della
decadenza europea. L' A. vede nel superuomo nietzschiano il tentativo
di delineare un nuovo soggetto, risultato ed artefice di un radicale
cambiamento di natura storica ed epocale, di una nuova dimensione
vitale in cui tutti gli ambiti dell' esitenza sono programmati in
funzione dell' esaltazione della "volonta' di potenza". Infine l' A.
coglie in certe dimensioni dell' antiegualitarismo alcune comuni
chiavi di lettura della filosofia di Nietzsche e della dottrina
nazionalsocialista.
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