| 182941 | |
| IDG900900517 | |
| 90.09.00517 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Tarzia Giuseppe
| |
| La domanda giudiziale non e' una condotta antisindacale
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Nota a decr. Pret. Milano 7 aprile 1989
| |
| Riv. dir. proc., s. 2, an. 44 (1989), fasc. 3, pag. 855-864
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| D02320; D40421; D762
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| La sentenza in nota, secondo la quale non si puo' ricorrere alla
tutela di cui all' art. 28 dello Statuto dei lavoratori per reprimere
l' ingiusto esercizio di un' azione giudiziaria, consente all' A. di
riesaminare una sentenza clamorosa della Cassazione del 1984. Essa
ritenne comportamento antisindacale un ricorso del datore di lavoro
ex art. 700 c.p.c. volto ad ottenere la cessazione di uno sciopero,
da lui ritenuto illegittimo, dei propri dipendenti. La Cassazione,
sul presupposto della legittimita' di quello sciopero, statui' che,
con l' azione cautelare, il datore di lavoro aveva posto in essere
un' azione che, indipendentemente dall' esito del procedimento,
integrava gli estremi dell' aantisindacalita', ed era perseguibile
attraverso la procedura prevista dall' art. 28 l. 300/1970. Questa
tesi, respinta ora dal Pretore di Milano, confligge irrimediabilmente
con la garanzia costituzionale dell' azione.
| |
| art. 28 l. 20 maggio 1970, n. 300
art. 96 c.p.c.
| |
| Centro diretto da M. Fameli - IDG Firenze
| |