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| IDG900601079 | |
| 90.06.01079 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| de Tilla Maurizio
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| Criteri per la individuazione delle innovazioni vietate in relazione
alle caratteristiche, alla destinazione ed all' uso delle cose comuni
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| Nota a Cass. sez. II civ. 6 giugno 1989, n. 2746
Cass. sez. II civ. 26 maggio 1989, n. 2548
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| Giust. civ., an. 40 (1990), fasc. 2, pt. 1, pag. 424-430
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| D30480
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| Entrambe le decisioni in rassegna affrontano il tema dell' ambito di
espansione dell' uso delle cose comuni in relazione al limite delle
innovazioni non consentite. Con la prima decisione la Corte,
confutando un certo orientamento giurisprudenziale, ha stabilito che
costituisce innovazione qualsiasi opera nuova che alteri la cosa
comune eccedente i limiti della conservazione, dell' ordinaria
amministrazione o del godimento della cosa, con conseguente implicita
incidenza nell' interesse di tutti i condomini. Con la seconda
decisione la Corte ha stabilito, in contrasto con il giudice di
merito, che la innovazione deliberata dalla maggioranza condominiale
non puo' mai risolversi, in virtu' del piu' generale principio che
vieta di ledere i diritti altrui, in atto lesivo delle parti dell'
edificio di proprieta' esclusiva dei singoli condomini. L' A. giudica
positivamente l' orientamento manifestato dalla Corte di Cassazione e
approfondisce la tematica avvalendosi di ampi richiami alla
giurisprudenza.
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| art. 1120 c.c.
art. 1102 c.c.
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| Ist. per la documentazione giuridica - Firenze
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