| l' a. sostiene che l' interpellanza del senatore vitalone e di altri
23 senatori, con la quale vengono accusati alcuni magistrati di
collegamenti col terrorismo, suscita estrema preoccupazione per il
modo e il tempo in cui l' iniziativa e' stata presa: sia in quanto
con l' interpellanza e' possibile lasciare ampie possibilita' a
presunti terroristi e fiancheggiatori di sottrarsi alla giustizia,
sia in quanto fa sorgere il dubbio nell' opinione pubblica sulle
possibilita' che la magistratura possa condurre un' efficace lotta al
terrorismo. l' iniziativa parlamentare assume tale significato nel
momento in cui il parlamento si appresta a discutere la conversione
in legge del decreto contenente misure contro il terrorismo. poiche'
la linea istituzionale, che presiede a queste misure, tende a ridurre
quanto possibile i poteri discrezionali del giudice, l' interpellanza
gioca, in maniera surrettizia, a favore della linea che vuole
sottrarre potere alla magistratura. col dubbio che gli apparati di
polizia e magistratura non danno pieno affidamento, e' piu' facile
accantonare riforme essenziali come quella dell' ordinamento e della
qualificazione di queste forze, delle strutture in cui sono costrette
ad operare, dei codici che devono applicare, dei reciproci loro
rapporti, del tipo di controllo cui devono essere sottoposte. secondo
l' a., perche' un disegno simile non passi, e' necessario un ampio
dibattito, anche autocritico, tra le forze di sinistra interne alla
magistratura, perche' una linea riformatrice non e' riuscita ad
affermarsi come il solo terreno di difesa di fronte all' emergenza
del terrorismo.
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