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184994
IDG901202570
90.12.02570 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Franco italo
La "repetitio indebiti" nel rapporto di pubblico impiego
Foro amm., an. 65 (1989), fasc. 9, pag. 2603-2623
(Bibliografia: a fine articolo o capitolo)
D305012; D143
Il tema della "repetitio indebiti" ricorre con notevole frequenza nelle controversie instaurate davanti al giudice amministrativo in tema di giurisdizione esclusiva sul pubblico impiego. Al contrario non sono molti gli autori che hanno esaminato l' argomento e deve constatarsi che la dottrina in materia e' davvero scarna. Posto che le pronunce rese da Consiglio di Stato e TAR in piu' casi sembrano avere abbandonato l' originaria (e consolidata) tendenza a legittimare la "soluti retentio", cosi' privilegiando la posizione del pubblico dipendente-"accipiens" rispetto alla p.a.-"solvens", l' A. opera una rassegna della giurisprudenza in materia, di cui coglie -al di la' di apparente "revirements"- una costanza di orientamenti di fondo. Precede, pero', un rapido esame della disciplina codicistica; indi viene valutata la situazione dell' indebito all' interno prima dei rapporti di durata a prestazioni corrispettive, poi del rapporto di lavoro subordinato e, infine, del rapporto di pubblico impiego. Constatata, gia' sul piano teorico, la ricorrenza di elementi giustificanti una valutazione equitativa delle singole fattispecie concrete in un ambito paritetico, l' A. mostra come la parte di gran lunga prevalente della giurisprudenza non si e' mai allontanata da una simile prospettiva, e che l' orientamento contrario e' nettamente minoritario. Dal canto suo la dottrina sul punto appare divisa. Un consistente filone, comunque, fa leva da un lato sull' affidamento del privato nei confronti della p.a., dall' altro sul principio di certezza del diritto, concludendo con la giustificazione in molti casi della "soluti retentio".
art. 3 r.d.l. 19 gennaio 1939, n. 295 art. 2033 c.c. art. 2034 c.c. art. 2035 c.c.
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