| 187190 | |
| IDG901504766 | |
| 90.15.04766 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Pugliese Giovanni
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| Un esempio del garantismo della Cassazione
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| Nota a Cass. sez. un. pen. 3 febbraio 1990
Cass. sez. II pen. 5 luglio 1988
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| Giur. it., an. 142 (1990), fasc. 5, pt. 2, pag. 145-150
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D614; D6148
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| L' A. cita la prima delle sentenze in nota come esempio di un
orientamento della Cassazione da lui non condiviso, volto a negare
troppo spesso credibilita' e valore di autentica prova alle chiamate
di correo. Posto che le dichiarazioni di coimputati collaboratori,
specie in materia di reati comuni, devono essere controllate con
grande cautela, secondo l' A. talvolta non basta ammettere in
astratto che le chiamate di correo possano valere come prove in
presenza di determinati presupposti, ma occorre anche che i giudici,
in particolare quelli della Cassazione, vincano la loro riluttanza,
che spesso equivale a un rifiuto, che puo' sembrare quasi frutto di
un pregiudizio, ad utilizzare questo mezzo probatorio. La seconda
delle sentenze annotate porta invece l' A. ad attenuare i dubbi e i
timori espressi in precedenza.
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| art. 192 comma 3 c.p.p.
art. 245 comma 2 lett. b) d. lg. 8 luglio 1989, n. 271
art. 348 bis c.p.p. 1930
art. 349 c.p.p. 1930
art. 474 c.p.p. 1930
art. 475 c.p.p. 1930
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