| Il saggio costituisce un' indagine sul disegno di legge di politica
legislativa ispiratore delle norme del codice penale Zanardelli sulla
liberta' del lavoro. Esso mette in luce il carattere di radicale
svolta di tale normativa, nell' ordinamento giuridico dello Stato
italiano post-unitario; dalla depenalizzazione delle coalizioni a
scioperare nasce, secondo l' A., non la legittimazione dell'
associazionismo sindacale, gia' operante nel sistema come espressione
del diritto di associazione, bensi' il riconoscimento della liberta'
di ogni singolo individuo di organizzarsi con altri per influire
sulle condizioni di lavoro, anche obbligandosi reciprocamente a porre
in essere uno sciopero. La riforma costitui' il presupposto normativo
del progetto giolittiano di istituzionalizzazione "morbida" del
sindacalismo organizzato, il quale, malgrado le forti resistenze del
ceto burocratico-giudiziario, visse un' epoca di effettiva
realizzazione, influendo sul dibattito culturale precorporativo. A
quel dibattito, profondamente avverso alle ingerenze legislative
dello Stato nei rapporti economici dei privati, che si traduceva nel
sostegno alla politica astensionistica di Giolitti, pose fine l'
avvento della legislazione fascista, la quale non ebbe in esso, se
non in alcune tendenze isolate, un terreno di coltura come si e'
spesso sostenuto.
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