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188351
IDG910800528
91.08.00528 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Papa Michele
La questione di costituzionalita' relativa alla disciplina delle armi giocattolo: il "diritto vivente" tra riserva di legge e determinatezza della fattispecie
Nota a ord. C. Cost. 18 gennaio 1989, n. 11
Giur. cost., an. 34 (1989), fasc. 2, pag. 29-45
(Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
D18716; D5206
La fattispecie esaminata dalla Corte Costituzionale si riferisce all' art. 5 l. 110/1975, che dispone che le armi giocattolo dovranno essere fabbricate in modo da portare incorporato nella parte anteriore della canna un visibile tappo rosso. Successivamente, il comma 6 dello stesso articolo stabilisce che chiunque non osserva tale disposizione sara' punito. Secondo la prevalente giurisprudenza della Corte di Cassazione la norma non e' diretta solo ai fabbricanti, ma alla generalita' dei consociati. Il giudice rimettente ha sollevato la questione di legittimita' costituzionale in riferimento al principio di determinatezza della legge penale ex art. 25 comma 2 Cost. La Corte Costituzionale ha dichiarato manifestamente infondata la questione in quanto, secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, risultano esattamente individuati i destinatari della norma. L' A. approfondisce la questione sotto il profilo normativo e giurisprudenziale per concludere che il principio di determinatezza deve trovare la sua espressione nella legge scritta. Quando cio' non accade, sara' sempre censurabile di fronte alla Corte Costituzionale, indipendentemente dalla uniformita' e stabilita' delle interpretazioni giurisprudenziali dominanti. mentre la nota era ormai in bozza, e' sopravvenuta la l. 36/1990 che ha parzialmente modificato la disciplina delle armi giocattolo e che realizza in certa misura quanto auspicato nella nota.
art. 25 Cost. art. 5 l. 18 aprile 1975, n. 110 l. 21 febbraio 1990, n. 36
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