| 189696 | |
| IDG911501873 | |
| 91.15.01873 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Sturiale Pietro
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| Il patteggiamento nelle recenti sentenze della Corte costituzionale
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| Giur. merito, an. 23 (1991), fasc. 1, pt. 4, pag. 205-207
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| D62; D68
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| La Corte Costituzionale con tre sentenze pronunciate nel 1990 ha
ridimensionato l' istituto del patteggiamento. Con sentenza n.
313/1990 ha deciso che il giudice puo' sindacare la congruita' della
pena patteggiata e, ritenendola inadeguata, rigettare la richiesta di
applicazione della pena. Nel patteggiamento si e' quindi introdotto
un nuovo soggetto, il giudice, col rischio (per l' imparzialita') del
giudice di doversi in tal caso pronunciare allo stato degli atti. Con
sentenza n. 443/1990 la Corte Costituzionale ha deciso che colla
sentenza che accoglie la richiesta di pena patteggiata il giudice
deve condannare l' imputato al pagamento delle spese in favore della
parte civile, anche se non si fa luogo a pronuncia sui danni. Cio'
costituisce uno strappo al principio, da sempre vigente nel nostro
ordinamento giuridico, secondo cui "accessorium sequitur principale",
colla conseguenza (assurda ma possibile) di una contraria pronuncia
del giudice civile nella successiva causa di risarcimento. Colla
sentenza n. 435/1990 la Corte Costituzionale ha limitato la
possibilita' di patteggiamento in appello alle sole ipotesi minori
previste nell' art. 599 comma 1 c.p.p.
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| art. 448 comma 2 c.p.p.
C. Cost. 26 giugno-2 luglio 1990, n. 313
C. Cost. 26 settembre-10 ottobre 1990, n. 435
C. Cost. 26 settembre-12 ottobre 1990, n. 443
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