| 192296 | |
| IDG911504473 | |
| 91.15.04473 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Micali Giovanni
| |
| Per un contributo all' elaborazione del codice disciplinare dei
magistrati
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Giur. it., an. 143 (1991), fasc. 4, pt. 4, pag. 142-153
| |
| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
| |
| D4026; F31
| |
| | |
| | |
| | |
| | |
| Il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, nel discorso
tenuto in occasione dell' inaugurazione dell' anno giudiziario in
corso, ha accennato alla necessita' di "definire un codice
deontologico dei magistrati, capace di mediare gli interessi
confliggenti in questa materia". Dal ministro di Grazia e Giustizia
e' stato presentato un disegno di legge. L' A. affronta la questione
esaminando precedenti storici, con particolare riferimento al diritto
romano, dai quali emerge come l' etica del giudice non possa essere
racchiusa in un codice. In conclusione, puo' convenirsi soltanto con
l' esigenza che alcuni comportamenti del giudice debbano essere
prescritti da una legge positiva, ma deve negarsi in modo reciso che
la deontologia del giudice possa essere racchiusa in un corpus
legislativo, al di fuori del quale vi sarebbe liceita' di
comportamento. Si potrebbe completare con la prescrizione di alcuni
precetti specifici la norma di cui all' art. 18 d.lg. 511/1946, come
il legislatore ha gia' fatto con l' art. 9 l. 117/1988.
| |
| art. 18 r.d.lg. 31 maggio 1946, n. 511
art. 9 l. 13 aprile 1988, n. 117
| |
| | |